“Non apriamo per non fallire”, anche a Monreale sono scesi in strada per manifestare, dopo mesi di chiusura a causa dell’emergenza coronavirus, per chiedere rispetto e garanzie. Sono i ristoratori monrealesi che nel pomeriggio di ieri si sono riuniti sotto il Palazzo di Città in piazza Guglielmo, insieme ai loro dipendenti.
Da giorni ormai in tutta Italia il popolo delle partite Iva continua a chiedere aiuto al Governo. Aiuti concreti, come l’esenzione dal pagamento delle tasse, di semplificare l’accesso al credito e di velocizzare l’iter per la cassa integrazione. Con i cartelli tenuti in mano, i ristoratori evidenziavano le difficoltà che questa categoria sta affrontando: turismo inesistente, locali chiusi, tributi che bisogna pagare, nonostante qualche rinvio. Poi c’è il dilemma riapertura, che secondo le norme contenute nel Decreto deve avvenire con notevoli restrizioni e costi aggiunti che molti non riuscirebbero a sopportare.
“Gli incentivi promessi – spiegano – non arrivano mentre le bollette ed i costi di gestione arrivano puntuali. É bene ricordare che la categoria dei ristoratori a Monreale vive soprattutto di turismo e, lo stop di due mesi ha già messo in ginocchio la categoria. Se poi evidenziamo che la stagione turistica è ormai compromessa, difficilmente nei prossimi mesi si potrà recuperare il perduto”.
Una delegazione è stata poi ricevuta dal sindaco Alberto Arcidiacono che, oltre a portare la solidarietà di tutta l’amministrazione, ha garantito di evidenziare le loro preoccupazioni al presidente della Regione Nello Musumeci e se necessario, di farlo anche a Roma, al premier Giuseppe Conte. Alla manifestazione hanno espresso la loro solidarietà i consiglieri comunali Flavio Pillitteri e Girolamo Vittorino e l’associazione Liberi di Lavorare presieduta da Biagio Cigno.
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