I parchi acquatici in Sicilia chiedono aiuto. A lanciare l’allarme è Francesco Russello, componente del direttivo Associazione parchi permanenti italiani, Anef, Confturismo e anche in rappresentanza del Comitato Parchi Acquatici e Tematici Siciliani. Russello ha denunciato l’impossibilità di aprire le strutture entro i termini utili per la stagione estiva, con il rischio di un danno economico oltre che occupazionale.
A raccogliere la richiesta di aiuto è il deputato di Forza Italia all’Ars Mario Caputo, componente della Commissione per le Attività Produttive. “Atteso che questi impianti sono stati esclusi da ogni forma di aiuti economici sia dal Fondo Emergenza Spettacolo, sia dal Fondo Emergenza Turismo, sia dal novero degli interventi di sostegno previsti dal Dl Ripresa, ho chiesto al presidente della Commissione Parlamentare Attività Produttive all’Ars di convocare per il 20 maggio una delegazione di titolari di parchi Acquatici siciliani per trattare il loro problema e offrire soluzioni concrete”. Ha affermato Caputo, subito dopo essere stato contattato dai rappresentati delle strutture acquatiche, tra le quali i titolare dell’Acqua Park di Monreale.
“La lunga e forzata chiusura a causa del coronavirus – continua Caputo – il divieto di gite scolastiche, la totale chiusura delle imprese, oltre che l’incertezza sulle direttive ministeriali relative alle misure da adottate per programmare l’apertura, stanno ponendo in gravissima crisi tutte le strutture siciliane che gestiscono i parchi acquatici. Oramai per queste aziende la stagione estiva è praticamente finita in quanto servono almeno 70 giorni per programmare il funzionamento degli impianti”.
“L’unica soluzione, tra l’altro condivisa con il portavoce delle associazioni acquatiche – conclude il Parlamentare – è quella di prevedere un sistema di aiuti da parte della Regione, nella considerazione che nessun contributo è stato previsto dal Governo nazionale. In concreto chiediamo che siano emanate delle direttive che in prima battuta diano la possibilità di aprire almeno l’ultimo mese della stagione estiva e salvare il salvabile. In subordine chiediamo che, qualora ciò non fosse possibile – anche se altre attività a rischio assembramenti quali piscine e discoteche saranno riaperte – di verificare quali aiuti economici possano essere destinati a tali categorie. Stiamo parlando di centinaia di posti di lavoro a rischio, oltre al fatto che le aziende, anche se chiuse, devono sostenere i costi di manutenzione, collaudi, sanificazione e pagamento delle utenze: una beffa insostenibile alla quale occorre porre fine”.
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