Continuano, incessanti, i controlli delle fiamme gialle in tutta la provincia palermitana, al fine di controllare il rispetto delle misure di sicurezza adottate dall’Autorità governativa per contenere il contagio da Covid-19 e, per contrastare possibili speculazioni o insidie alla sicurezza derivanti dalla commercializzazione di materiale non conforme alle norme.
Nei giorni scorsi i finanzieri di Carini, hanno individuato un venditore ambulante di panini intento a svolgere la propria attività nonostante il divieto imposto dal Dpcm. Al momento dell’intervento, in prossimità del mezzo – adibito a panineria e piccola ristorazione – era presente un avventore al quale, a fronte di un acquisto, non era stato rilasciato lo scontrino fiscale.
Non essendo l’attività commerciale compresa tra quelle essenziali elencate dalle norme vigenti in materia di contrasto alla diffusione dell’epidemia, i militari hanno proceduto a contestare la violazione del mancato rispetto dell’obbligo di chiusura dell’attività (con l’aggravante di essersi servito di un autoveicolo) che prevede una sanzione amministrativa che va da 533 a 4.000 euro nonché la sanzione amministrativa accessoria della chiusura temporanea dell’attività per un periodo massimo di 30 giorni. Nelle more della definizione delle sanzioni, i militari, al fine di evitare la reiterazione della violazione, hanno intimato l’immediata cessazione dell’attività in forma ambulante. Al titolare dell’attività i militari hanno contestato, inoltre, la mancata emissione del documento fiscale.
Sempre a Carini, le fiamme gialle, hanno posto sotto sequestro penale, un negozio di vendita al dettaglio di articoli per l’igiene della persona e della casa, 20 confezioni di normale prodotto detergente per la casa, corrispondenti a oltre otto litri, illecitamente posto in vendita quale “sanificante” senza che ne fossero state preventivamente verificate le reali qualità biocide. “La capacità battericida, cioè la capacità di eliminare i germi e i virus del prodotto posto in vendita – spiegano dal Comando – deve essere appurata a mezzo di approfondite analisi chimiche e comprovata da una specifica autorizzazione ministeriale prima che lo stesso possa essere immesso in commercio”. Tale indicazione è importante per escludere sia potenziali rischi per la salute pubblica sia al fine di evitare che i clienti vengano semplicemente indotti in errore a seguito delle mendaci indicazioni riportate sulla confezione. Per tale motivo i militari hanno proceduto a sequestrare la merce in vendita e a segnalare il titolare dell’impresa alla locale Autorità giudiziaria per frode in commercio.
A Bagheria invece, durante un servizio di controllo del territorio, i militari hanno individuato un’attività commerciale operante nel settore della gastronomia che, nonostante il divieto, vendeva cibi d’asporto già cotti. In particolare, le fiamme gialle, dopo aver fermato un cliente che aveva appena acquistato cibo d’asporto e verificato il possesso del documento fiscale che ne attestava la transazione, sono entrate presso l’attività commerciale rilevando che nella stessa, oltre alla consentita vendita di generi alimentari, era in corso la preparazione di cibi che sarebbero stati poi venduti nella modalità dell’asporto.
Anche in questo caso, non essendo l’attività di somministrazione di cibi cotti da asporto compresa tra quelle essenziali elencate dalle norme vigenti in materia di contrasto alla diffusione dell’epidemia, i finanzieri hanno proceduto a contestare la violazione del mancato rispetto dell’obbligo di chiusura dell’attività. Nelle more della definizione delle sanzioni, i militari hanno applicato d’ufficio, al fine di evitare la reiterazione della violazione, la chiusura temporanea dell’attività.
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