Dobbiamo spingere chi ci segue ad amare il futuro nella veste della nostra città. Mi chiedo da dove partire? Dalle donne, dai minori e da tutti i più piccoli in generale, da chi ha piccole risorse, da chi è piccolo nei diritti, dalle persone di grande età ma piccole nella libertà di spazi e movimento. Abbiamo lottato da sempre per eliminare barriere e distanze e oggi dobbiamo ripartire per ricostruire certezze.
Le scelte da fare che ci competono ad un livello di gestione superiore sono in merito agli strumenti che un amministratore deve attivare per rilanciare l’attività economica in generale che faccia da volano e sia trainante per tutti i settori. Partendo dalle più semplici domande: di quali elementi economici primari vive questa città? E come posso fare per innescare il meccanismo di ripartenza?
In che modo agire per essere propositivi ed efficaci? Io ritengo ci si debba muovere mutuando l’esperienza che si fa in azienda, cioè applicando modelli di risposta creativa e organizzando il lavoro a livelli secondo protocolli precisi. L’azione “politica” sarà tanto più efficace quanto maggiormente chiari e definiti gli obiettivi. Pensiamo alla città come una impresa che debba essere promossa a livello nazionale, alle sue campagne di comunicazione sociale e di autopromozione, ai bisogni endogeni ed esogeni, secondo gli schemi di un Business Model Design.
Un tavolo di progettazione è fondamentale solo se composto da competenze aumentate (augmented skills). Bisogna definirne gli attori di supporto ai politici e agire subito in modo dirompente. Ma per fare questo è necessario pensare questo approccio in modo assolutamente diverso rispetto i soliti anacronistici tavoli della politica. Occorre definire le priorità di comunicazione e di strategia a breve, medio e lungo periodo. Esempi pratici?
Chiediamo di avere accesso gratuito ai sito monumentali almeno per i prossimi 6-8 mesi. Operiamo una attività per ottenere e allestire una mostra di rilevanza tale da consentire attrattività e visibilità. Ai bambini chiediamo di fare un modellino di un monumento di Monreale (una fontana, una piazza, una chiesetta) con un qualsiasi materiale, carta, cartoncino, Das, pongo. Pensiamo ad una serie di interventi per le fasce deboli (anziani, disabili, minori), riprogettiamo l’accesso alle scuole partendo dagli assistenti alla disabilità ai sistemi di democratizzazione con reti wifi per tutti.
Progettiamo un nuovo urbanesimo partendo da una realtà rimodellata da un virus e che dovrà gestire spostamenti di cose e persone potenzialmente a rischio. Pensiamo al secondo livello di interventi che facciano vivere meglio la dimensione comune di un bene come il nostro vastissimo territorio.