Sono passati 38 anni da quando Pio La Torre e Rosario Di Salvo furono uccisi dalla mafia a Palermo, era il 30 aprile 1982. La Torre era stato segretario regionale comunista, dirigente delle lotte contadine, deputato all’assemblea regionale siciliana e al Parlamento, dirigente nazionale del partito comunista italiano. Rosario Di Salvo aveva accettato di collaborare con lui, assumendosi l’impegno di militante comunista pur conoscendo i pericoli a cui andava incontro. É stato Pio La Torre, insieme al giudice Cesare Terranova, a redarre e sottoscrivere la relazione che metteva in luce i legami fra la mafia e importanti uomini politici, in particolare della Democrazia Cristiana.
Fu sua la proposta di legge “Disposizioni contro la mafia”, tesa a integrare la legge 575/1965 e a introdurre un nuovo articolo nel codice penale, il 416 bis, che introduceva il reato di associazione mafiosa, stabiliva per gli arrestati la decadenza della possibilità di ricoprire incarichi civili e, soprattutto, l’obbligatoria confisca dei beni direttamente riconducibili alle attività criminali portate avanti dagli arrestati.
Quel 30 aprile 1982, Pio La Torre e Rosario Di Salvo, si stavano recando alla sede del partito, quando furono affiancati da due moto. Alcuni uomini sparano decine di colpi contro i due. La Torre muore sul colpo, il fedele amico e compagno ha il tempo di estrarre la pistola per cercare di difendersi. Il 12 gennaio del 2007, la Corte d’Assise d’Appello di Palermo ha emesso la sentenza che ha condotto all’individuazione degli autori materiali dell’omicidio in Giuseppe Lucchese, Nino Madonna, Pino Greco e Salvatore Cucuzza. Quest’ultimo, divenuto collaboratore di giustizia, ha permesso di ricostruire anche il quadro dei mandanti: Salvatore Riina, Bernardo Provenzano, Pippo Calò, Bernardo Brusca e Antonino Geraci.
“Non saremo in piazza Turba come ogni anno ma teniamo a sottolineare la figura di Pio la Torre per il suo impegno politico e sindacale che si è svolto in un momento molto convulso della storia della Sicilia e del Mezzogiorno – ha detto ieri il segretario generale Cgil Palermo Enzo Campo -. La Torre fu sia segretario della Cgil Palermo che della Cgil Sicilia e fu protagonista delle lotte dei braccianti e di quelle della città. Andò a sostituire Placido Rizzotto alla Camera del Lavoro di Corleone nel 1948, dove si rese protagonista delle lotte sindacali per l’applicazione del decreto Gullo sulla divisione dei prodotti agricoli che gli agrari, spalleggiati dai mafiosi, non vogliono far rispettare”.
Un commento a “Una vita dedicata alla lotta alla mafia: 38 anni fa l’omicidio di Pio La Torre”
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