“Trattamento inumano e degradante”. Per questo il mafioso monrealese Santo Porpora, 62 anni, ha ottenuto i domiciliari. Il mafioso, da 3.200 giorni, poco meno di 9 anni, si trovava recluso in una cella di poco meno di tre metri quadrati al Pagliarelli di Palermo.
Il suo avvocato, Cinzia Pecoraro, aveva presentato un reclamo. Che è stato accolto dal tribunale di sorveglianza di Caltanissetta. La riduzione per il trattamento degradante (un giorno di libertà ogni dieci trascorsi in queste condizioni) è prevista da una legge del 2014, promulgata a seguito della sentenza Torreggiani (8 gennaio 2013) della Corte europea dei diritti dell’uomo. Porpora sta scontando 10 anni e 8 mesi, ai quali sono stati tolti 690 giorni per la buona condotta tenuta in prigione e 322 giorni per essere rimasto con altri detenuti in celle piccole e inadeguate, dove ciascuno di loro aveva 2,62 metri quadrati a disposizione.
Con questi calcoli sarà libero a dicembre di quest’anno o al più nei primi giorni del 2021. É sceso così sotto una soglia tale da giustificare la concessione della detenzione a casa. Il tribunale di sorveglianza ha respinto però la richiesta di semilibertà e di affidamento in prova ai servizi sociali. Sebbene trattato in modo degradante in carcere, il mafioso siciliano, secondo il giudice, conserva infatti una personalità quanto mai negativa.
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