La questione dei buoni spesa per le famiglie che si trovano in difficoltà economiche a causa dell’emergenza coronavirus, ha portato a galla a Monreale un altro problema. Una situazione che riguarda molte famiglie che percepiscono il reddito di cittadinanza, ma che hanno un Isee pari a zero e un affitto di 400-500 euro, che di fatto sono rimasti esclusi dai buoni spesa.
Sono diverse le segnalazioni arrivate in redazione. Come quella di Paola (nome di fantasia, ndr), che ci ha spiegato di trovarsi in una situazione preoccupante per lei e il figlio. La signora (separata) si è vista rifiutare la domanda dei buoni, proprio perchè percepisce un reddito di cittadinanza, che gli permette però soltanto di pagare l’affitto di casa e le bollette, ma non di fare la spesa per due persone. Il problema, come molti all’inizio dell’emergenza hanno fatto notare, è che i primi a dover fronteggiare un disagio economico, sono quei cittadini che per andare avanti, svolgono dei lavoretti in nero, che per forza di cose adesso non possono più fare per via delle limitazioni agli spostamenti imposti dal Governo per contenere il contagio (e che in realtà non dovrebbero nemmeno fare).
Ci sono invece casi di famiglie che pur percependo un reddito di cittadinanza, ma non avendo un affitto da pagare, hanno ricevuto anche 300 euro di buoni spesa. Si potrebbero forse rivedere i criteri di assegnazione dei buoni, così da permettere a chi pur avendo un Rdc, ma che ha anche un affitto di 400 euro e Isee zero, di integrare le entrate con i buoni spesa.
Dall’altra parte poi, c’è il problema della distribuzione dei generi alimentari che avviene con qualche lacuna. Al momento, le famiglie bisognose chiamano i numeri di telefono messi a disposizione dal Comune e, dopo aver fornito tutte le informazioni necessarie agli addetti per capire se si ha diritto agli aiuti, questi vengono consegnati a domicilio. Ma in alcuni casi, come ci hanno segnalato alcuni cittadini, basta chiamare e senza fornire documentazione Isee o altri documenti che attestino lo stato di indigenza, la spesa viene comunque recapitata a casa, lasciata davanti il portone di casa o a piano terra del condominio, senza ulteriori richieste.
“Sarebbe necessario – spiegano alcuni lettori – informare l’Amministrazione di questa situazione, per capire quante persone hanno le stesse difficoltà e far sì che l’amministrazione possa aiutare e intervenire in questi specifici casi, anche rivedendo i criteri di assegnazione dei buoni spesa”.
La replica del sindaco Alberto Arcidiacono non tarda ad arrivare. “Chi possiede un reddito di cittadinanza di 300 euro percepirà l’integrazione fino al valore medio, stimato intorno a 450 euro e quindi di soli 150 euro – spiega il primo cittadino -. Gli uffici stanno lavorando intensamente facendo tutte le verifiche partendo dal database già in loro possesso ed incrociando i dati con altri istituti”.
“Se si guarda bene – aggiunge Arcidiacono – i criteri adottati sono gli stessi che guidano il reddito di cittadinanza e quindi in perfetta linea con le misure nazionali. Al momento è doveroso precisare che come diramato dall’Arera, è possibile pagare le bollette dopo la fine del periodo emergenziale. È chiaro che gli aiuti devono essere destinati a chi oggi ha maggiore bisogno ma era evidente che questi non potessero coinvolgere tutti. Gli uffici esaminano documenti e lo fanno con assoluta professionalità senza guardare il mittente. Quanto alla spesa si è cercato di dare aiuto a quanti con Isee modesto ne facessero richiesta. Chi di competenza ha registrato tutte le consegne cercando di garantire anche un equilibrio nel tempo. Ferisce apprendere che qualcuno possa criticare anche la modalità di consegna degli aiuti. Invito la signora “Paola” e tutti i cittadini – conclude il sindaco – a non limitarsi alla denuncia ad un quotidiano ma di rappresentare i fatti anche alle Forze dell’Ordine”.