Cronaca

I dirigenti comunali lavorano da casa: “Non comprendo questa scelta”

Nell’attuale situazione emergenziale, eccezionalmente complessa e delicata, era naturale e logico aspettarsi che i dirigenti del Comune di Monreale (giustamente ben remunerati) fossero in prima linea nell’affrontare le problematiche e le mille necessità che quotidianamente si presentano. Avremmo voluto vederli assiduamente impegnati con alto senso di responsabilità al fianco del sindaco Alberto Arcidiacono, che non si sta risparmiando per nulla, e di alcuni volenterosi assessori la cui fattiva operosità è senz’altro encomiabile.

“Circa un mese fa, abbiamo invece assistito a una precipitosa “fuga a casa” dei vertici dirigenziali dell’ente, autorizzati (non si sa da chi) a rimanere nelle proprie comode e confortevoli abitazioni, operando in regime di smart working“. A dichiararlo è Nicola Giacolelli, delegato territoriale della Cisl-Fp. “Uno dei compiti fondamentali che i dirigenti pubblici sono tenuti a svolgere è quello di coordinare e controllare le attività delle strutture a cui sono preposti – prosegue Giacopelli – ma è oggettivamente difficile per chiunque comprendere come possano telefonicamente e telematicamente esercitare queste funzioni. Dciamolo in tutta franchezza: in realtà chi in questo periodo presta regolarmente servizio negli uffici e nei servizi comunali è sostanzialmente abbandonato a sé stesso. E ciò appare inaccettabile. Questo stato di cose inevitabilmente riporta alla mente la nota vicenda del comandante della nave da crociera tristemente naufragata nel 2012 nei pressi dell’isola del Giglio. E allora serve che “chi di dovere” rivolga a ciascun dirigente comunale l’oramai celeberrimo invito: “Salga a bordo, c.…!”.

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