La secondaria della Morvillo alla scoperta dell’itinerario arabo normanno

Redazione

Cronaca - Dalle scuole

La secondaria della Morvillo alla scoperta dell’itinerario arabo normanno
Il racconto della visita nei quartieri storici di Palermo tra i monumenti patrimonio dell'Unesco

21 Gennaio 2020 - 18:05

Di Rosa Gullo – Un tiepido sole invernale e i colori screziati del mare accolgono in un abbraccio gli studenti della scuola secondaria di primo grado “Francesca Morvillo”. Si apre, come uno scrigno, di fronte a loro un quartiere unico e straordinario di Palermo: la Kalsa, pronto a mostrare alcuni dei suoi gioielli più preziosi.

Inizia un viaggio nel tempo, tra il materiale e l’immateriale, all’insegna di un filo rosso di cui la nostra lingua, il dialetto siciliano, è metafora perfetta: incontro, mescolanza, integrazione. Il cammino si apre sulle note della compagnia di canto e memorie popolari Ditirammu, che opera all’interno della suggestiva cornice dei locali che un tempo furono le scuderie di Palazzo Petrulla.

Grazie agli straordinari attori della compagnia, prendono vita sul palco di uno dei teatri più piccoli d’Europa personaggi leggendari e storici: i canti di lavoro delle lavandaie palermitane si mescolano agli affascinanti racconti del folklore siciliano; Colapesce che sostiene la nostra isola cede il passo alla Santuzza Rosalia, salvifica patrona della città di Palermo. Affabulati dal canto di questi moderni cantastorie, i ragazzi della Morvillo, diventano pian piano protagonisti di uno spettacolo-laboratorio. Le loro voci si mescolano a quelle degli attori che interpretano gli antichi canti dei pescatori di corallo. Gli strumenti musicali della tradizione rimandano note ora allegre ora struggenti. Quanta emozione quando, inaspettatamente, uno degli studenti prende tra le mani un tamburello per dare vita ad una breve ed intensa performance.

Il viaggio prosegue in direzione della piazza della Magione, calpestando nel percorso quelle basole che hanno visto correre da bambini Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Gli spazi ampi della spianata, amaro frutto dei bombardamenti della seconda guerra mondiale, sono ora uno spazio aggregativo per i giovani palermitani. La chiesa della Santissima Trinità, conosciuta come “Magione” catapulta gli allievi in un’atmosfera medievale, densa di silenzio e spiritualità. Ma sono gli straordinari spazi dello Spasimo a stupire i ragazzi. La chiesa, dedicata alla Santa Madre di Gesù che “spasima” per il dolore del figlio, adibita agli usi più differenti e adesso sede del Brass Group di Palermo, si mostra in tutta la sua bellezza di nobile incompiuta.

Il viaggio volge al termine e, lungo il cammino, in piazza Ventimiglia, tre enormi graffiti ricoprono le facciate di alcuni immobili di edilizia popolare. Le opere sono frutto del lavoro di artisti contemporanei di rilievo e sono accomunate da un tema specifico, quello dell’accoglienza. Gli occhi profondi ed intensi di una santa urbana e di colore, opera degli artisti siciliani Rosk e Loste, accompagnano l’ultima parte del cammino.

I pullman attendono gli studenti della Morvillo lungo la passeggiata delle cattive. Il cielo si è coperto di qualche nuvola, ma di fronte fa l’occhiolino il mare, i suoi colori cangianti offrono ancora un ultimo saluto. I ragazzi portano con loro suggestioni molteplici, le note dei cantastorie del Ditirammu risuonano ancora nelle loro orecchie, se chiudono gli occhi, possono ancora vedere il cielo aprirsi tra le mura dello Spasimo. Oggi sono stati fenici, greci, romani, bizantini, arabi, normanni, francesi, spagnoli, oggi hanno condotto in processione le spoglie di Santa Rosalia, oggi hanno promesso a Giovanni e Paolo di continuare le loro battaglie. É tempo di tornare a casa. Ancora un ultimo sguardo al mare, mentre alle loro spalle si chiude lo scrigno della Kalsa.

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