Nel nome di Francesca Morvillo. Nel ricordo di una donna straordinaria che è rimasta accanto al marito Giovanni Falcone, nonostante tutto e tutti. E fino all’ultimo giorno. Quel maledetto 23 maggio 1992, il giorno della strage di Capaci, in cui perse la vita, insieme al marito e agli uomini della scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro. La scuola di Monreale fu intitolata alla moglie di Falcone 25 anni fa, su proposta dell’allora dirigente scolastico Stefano Gorgone. C’era sindaco Salvino Caputo. E oggi, proprio nel giorno del compleanno di Francesca Morvillo, la preside Maria Francesca Giammona, ha voluto celebrare questa doppia ricorrenza con una giornata dedicata alla legalità.
Tra gli ospiti intervenuti, il sindaco Alberto Arciadiacono con la giunta al gran completo, il presidente del consiglio comunale Marco Intravaia, il vice presidente della Regione siciliana Gaetano Armao, il fratello di Francesca Morvillo, Alfredo Morvillo, magistrato a Trapani e il comandante della stazione dei carabinieri Salvatore Biddeci. Erano presenti tra gli altri, anche la protezione civile, Overland, l’associazione carabinieri in congedo e i volontari dell’associazione presieduta da Davide Grasso “Basta volerlo“.
A chiudere la giornata il rinfresco organizzato dall’associazione dei commercianti di Monreale. “E’ troppo importante che questi giovani ricordino la figura degli eroi che hanno permesso di cambiare questa terra – ha detto il magistrato – Mia sorella è stata una persona che ha dedicato la sua vita allo studio e non si è tirata indietro un secondo nei momenti difficili, come il primo tentativo fallito dell’attentato a Giovanni Falcone. Sapeva di essere a rischio, ma sapeva benissimo quello che voleva fare: non abbandonare il marito. Lei è stata la prima donna uccisa dalla mafia e il suo impegno deve essere trasmesso a voi nuove generazioni che potete davvero fare tanto per cambiare questa terra”.
Visibilmente emozionata la preside Maria Francesca Giammona: “E’ la mia prima ricorrenza ufficiale e ci tenevo che si ricordasse questa grande donna del passato – ha detto – I miei studenti non hanno vissuto quei momenti drammatici della storia siciliana. Io ho scelto di studiare giurisprudenza proprio dopo le stragi di Capaci e di via D’Amelio, perché volevo contribuire a fare qualcosa per la mia terra. Credo sia giusto che i ragazzi conoscano la storia, comprendano il valore di questi eroi che hanno dato la loro vita per permetterci di vivere in una terra migliore. Le iniziative di certo non si fermeranno qui”.
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