Sessant’anni e non sentirli. Il maestro Nicolò Giuliano ha festeggiato oggi a Monreale lo storico traguardo di una carriera ricca di traguardi e successi. Visibilmente emozionato, nel suo atelier, che si trova sulla circonvallazione di Monreale, il maestro ha allestito una mostra con alcuni dei pezzi più importanti della sua carriera, come il Re e la Regina o il presepe, esposto per la prima volta nel duomo di Monreale e poi all’aeroporto Falcone Borsellino di Palermo, visto e fotografato da milioni di passeggeri.
Ad accogliere gli ospiti nella bottega, oltre al maestro, la moglie con i figli Alessandro, Daniele ed Elisabetta. Tra i presenti, don Nicola Gaglio; il generale Giovanni Cataldo, comandante della legione Sicilia; il colonnello Arturo Guarino, comandante provinciale di Palermo; il tenente colonnello Luigi De Simone comandante del gruppo carabinieri di Monreale; il sindaco di Monreale Alberto Arcidiacono; l’assessore comunale Geppino Pupella; il consulente del sindaco Salvo Giangreco.
“Lasciare il segno nel mondo dell’arte è davvero difficile – ha detto don Nicola Gaglio – Oggi tutti o copiano o si rifanno a cose già viste. Giuliano ha creato un suo stile, riconoscibilissimo. E per questo lo abbiamo voluto parte attiva nel restauro delle due Torri del Duomo e per altri lavori nella nostra chiesa”. “Sono rimasto davvero stupefatto entrando qui – ha detto il generale Cataldo – Giuliano è un esempio di costanza e sacrificio. E’ un invito a sfruttare gli elementi che la terra ci mette a disposizione, aria, acqua, terra e fuoco, per migliorare il luogo in cui viviamo attraverso l’arte”. “Ho una visione romantica ogni volta che entro nel laboratorio del maestro – ha detto il sindaco Alberto Arcidiacono – Quelle mani sporche di argilla profumano di dignità. La ceramica è un prodotto unico nel suo genere, che fino a quando un’opera non è completa, la puoi solo immaginare. Per me è un onore avere un cittadino come lui nella nostra città”.
“L’argilla è una materiale così povero che fa impressione vedere poi cosa riesce a dare – ha detto il maestro – La mia opera-simbolo è forse il presepe. Ho voluto dare un messaggio per tutti i popoli, raccontando la natività in maniera diversa, con dei personaggi che non sono assimilabili a nessun popolo e con un nuovo colore, il verde Lampedusa, carico di significati. Dedico questi successi a mia moglie e ai miei figli”.
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