Avrebbe insultato Giovanni Falcone, il Radicale Antonello Nicosia, assistente parlamentare tra i 5 destinatari del fermo emesso dalla Dda di Palermo ed eseguito dal Ras dei carabinieri e dalla Guardia di finanza con l’operazione Passepartout. Intercettato, giudicava con disprezzo il giudice ucciso da Cosa Nostra nel 1992 a Capaci. Le sue parole, pronunciate al telefono, sono contenute nel decreto di fermo a firma dei pm della Direzione distrettuale antimafia palermitana. Secondo gli investigatori Nicosia è vicino al latitante Matteo Messina Denaro.
“Bisogna cambiare nome a questo aeroporto, perché i nomi Falcone e Borsellino evocano la mafia. Perché dobbiamo sempre arriminare (rimestare ndr) la stessa merda?”. A parlare, senza sapere di essere intercettato nella sua auto, è Antonello Nicosia, l’assistente parlamentare di 48 anni, esponente dei radicali, arrestato all’alba di oggi con l’accusa di avere fatto il messaggero di alcuni detenuti per mafia. In carcere altre quattro persone, tra cui il presunto boss di Sciacca. “Ma poi sono vittime di che cosa? Di un incidente sul lavoro, no?”, dice ancora Nicosia al suo interlocutore. E scoppia a ridere. “Ma poi quello là (Falcone) non era manco magistrato quando è morto, non esercitava dice ancora Nicosia – Perché l’aeroporto non bisogna chiamarlo Luigi Pirandello? O Leonardo Sciascia? E che cazzo, va. O Marco Polo?”, conclude ancora ridendo.
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