“Con grande soddisfazione accolgo la notizia dell’archiviazione dell’ennesimo procedimento penale a mio carico. Ciò dimostra, se fosse necessario, che ancora una volta non ho mai agito in senso contrario alla legge, di aver sempre agito nel pieno rispetto del ruolo istituzionale che ricopro e in ossequio al giuramento il giorno dell’insediamento”. Così parla Alberto Petta, presidente del consiglio comunale di Piana degli Albanesi all’indomani della decisione presa dal Gip di archiviare e quindi chiudere definitivamente una vicenda iniziata con la trasmissione della notizia di reato avvenuta il 30/11/2017, per presunti rivelazioni di segreti di ufficio.
“Una notizia che mi è stata nascosta per quasi un anno, ossia fino all’ottobre del 2018 quando mi è stato notificato l’atto e che ha tenuto in ostaggio me e la mia onorabilità per due lunghi anni per il capriccio di qualcuno, esponendomi al giudizio dei miei concittadini per ciò che non ho fatto”. La storia inizia nel novembre 2017. L’ex comandante dei Vigili Urbani di Piana trasmise la notizia di reato per rivelazioni di segreto d’ufficio, sostenendo che il presidente del consiglio comunale aveva preso illecitamente degli atti contabili. Da questa segnalazione iniziarono le indagini, vennero interrogati i testimoni, cercate le prove. Al termine di questa fase, verificati gli elementi a carico e a discarico, il Pm aveva formulato una prima richiesta di archiviazione, stabilendo che non vi era stato alcun reato e scagionando in tutto e con fermezza Alberto Petta.
Ma il comune non ci sta. E affida, per un compenso di 2 mila euro, la questione ad un legale per fare opposizione alla richiesta di archiviazione. “Dopo mesi di indagini e interrogatori finalmente è arrivata l’archiviazione del Gip che ha fatto proprie le argomentazioni del Pm e della difesa assunta e portata avanti efficacemente e con un altro successo dall’avvocato Giorgio Lo Verde – dice Alberto Petta – che ha sostenuto fin dall’inizio che l’atto in questione non fosse segreto, trattandosi di un elenco di pagamenti e che io ero assolutamente estraneo ai fatti. Ovviamente insieme all’ennesima sconfitta per l’amministrazione restano i danni, anzitutto alla mia immagine perché queste notizie furono diffuse via social e attraverso gli organi di stampa locale e questi fatti ebbero comunque un risalto negativo a livello regionale. Pertanto non escludo di tutelare i miei diritti dinanzi alle sedi opportune per le calunnie subite. Danni alla dipendente comunale per il provvedimento disciplinare che l’amministrazione ebbe l’ardire di adottare nei suoi confronti, per l’unica colpa di aver materialmente stampato i documenti. Anche in questo caso sarebbe bastato attenersi al contenuto della prima richiesta di archiviazione in cui il Pm affermava che nessun provvedimento o contestazione andava fatta nei confronti della dipendente. Terzo ed ultimo danno, non meno importante, è quello economico. Perché fare opposizione all’archiviazione non era assolutamente obbligatorio. Al contrario è stato deciso deliberatamente dalla Giunta Municipale pur sapendo che molto probabilmente sarebbe finita così, e tutto ciò è costato alle casse comunali duemila euro che molto probabilmente configurano un serio danno erariale che sarà segnalato puntualmente alla Corte dei Conti dal sottoscritto”.
La replica è affidata al sindaco di Piana, Rosario Petta: “Non potevamo non opporci alla richiesta del Gip – spiega il primo cittadino di Piana – Ai tempi erano state individuate delle responsabilità e quindi l’amministrazione aveva il dovere di chiarire questi aspetti. Chiarisco subito che non è stata fatta opposizione per una sorta di ripicca nei confronti del presidente del consiglio comunale. Sono stati il comandante della Polizia municipale dell’epoca e il ragioniere capo a segnalare la questione, visto che, a quanto mi risulta, questo documento, che mi pare fosse coperto da segreto, è stato utilizzato per un procedimento legale nei confronti del comune di Piana degli Albanesi. E a me questa storia pare assurda. Una dipendente comunale è stata sanzionata e noi, come comune, avevamo il dovere di tutelarci nelle sedi opportune. Adesso accettiamo l’archiviazione”.
Ma poi il presidente del consiglio comunale provoca la giunta: “Tenuto conto della condizione economico-finanziaria del comune – dice Petta – sarebbe più che doveroso che la Giunta provvedesse a restituire e quindi a versare nelle casse comunali la stessa cifra di duemila euro più gli interessi maturati in un anno, perché non si sprecano così le risorse comunali e perché non si usano i soldi pubblici per fare lotta politica di bassissimo profilo. Io ribadisco la mia idea. Tutti devono avere il coraggio di basare lo scontro politico sugli argomenti e soprattutto sui fatti e se si ha torto con entrambi limitarsi al silenzio e alla vergogna”.