Ventotto appuntamenti e sei concerti, da sabato 5 a domenica 27 ottobre. Incontri e momenti di riflessione itineranti in luoghi simbolo che esprimono la poliedricità della città, che quest’anno è il feel rouge della kermesse con tema “La città delle Filosofie”: dal museo archeologico Salinas all’Orto Botanico, tra le location anche villa Filippina, l’archivio storico comunale, l’officina di studi Medievali, il collegio dei Minimi, il teatro Selinus di piazzale Aragona, Palazzo Steri, il chiostro del complesso di Casa Professa, palazzo Branciforte e palazzo Sclafani. L’obiettivo è quello di dare un contributo alla città di Palermo, una città che sta raccogliendo sfide politiche e sociali di grande portata storica, una città che si sta impegnando a fondo in un cambiamento epocale che la vede al terzo posto in Italia come presenze turistiche, una città che cerca faticosamente di liberarsi dai luoghi comuni e dagli appellativi di capitale della mafia.
Non a caso il tema di quest’anno è “La Città delle Filosofie”. “Città” in italiano è singolare e plurale, parola-simbolo della capacità umana di ritagliare spazi a protezione e difesa ma anche di proiezione e inclusione. La città è il luogo in cui si negoziano e si attribuiscono diritti, il recinto al cui interno l’uomo plasma il proprio ambiente oscillando tra l’emulazione e il superamento delle organizzazioni “naturali” degli altri organismi viventi. La città è anche il luogo in cui la filosofia nasce come espressione della tensione umana all’unità e trova nella parola che sostituendosi alla forza disinnesca la violenza la sua forma. Per questo motivo la città “è” della filosofia nel senso che non è pensabile senza la discussione argomentata che affronta il conflitto e ricerca l’unità.
Torna a Palermo per la seconda edizione il festival delle Filosofie, manifestazione organizzata dall’associazione Lympha, che dopo avere lanciato con successo nell’anno passato di Palermo capitale della cultura il tema della città globale, torna a rivendicare la prospettiva multipla di luoghi e identità.
Il festival ha aperto sabato scorso all’agorà del museo Salinas, con la relazione di apertura di Emilio Spinelli, docente di Storia della filosofia antica all’università la Sapienza di Roma e presidente dellasocietà Filosofica italiana, che discuterà di esercizio pubblico della ragione tra politica e filosofia dell’accoglienza. A seguire il concerto del Trio Panormo, primo dei sei appuntamenti in musica del festival tra l’Orto Botanico, Casa Professa e Palazzo Sclafani. Sarà la città, dunque, a essere indagata nei suoi molteplici aspetti. Dai non-luoghi di anonimato urbano discussi da Carlo Baiamonte (11 ottobre, alle 17, a villa Filippina), alla città come spazio dell’umano raccontata dall’antropologo Franco La Cecla (12 ottobre, alle 16, a villa Filippina). In programma ancora una mostra fotografica costruita attorno ai concetti post-moderni di Marc Augé, sempre a cura di Carlo Baiamonte (dall’11 al 25 ottobre a villa Filippina) e il concorso fotografico “Metamorfosi di Triscina: da grey village a green city”, aperto dal 18 ottobre (tutte le informazioni sul sito www.efilosofie.it). Poi ancora, lunghe giornate di convegno a Palazzo Steri sul tema “città e memoria” con Alberto Ferlenga, rettore dell’università di Architettura Iuav di Venezia, e il 19 ottobre a Casa Professa, l’omaggio alla Napoli di Luciano De Crescenzo insieme a Raffaele Mirelli, direttore dell’Ischia International Festival of Philosophy. Non mancherà, infine, la musica, da Carmen Sottile al pianoforte, domenica 13 ottobre, alle 11,45, tra i viali dell’Orto botanico , al duo femminile Debora Marguglio e Liana D’Angelo, per il concerto di chiusura, domenica 27 a Palazzo Sclafani.