C’è la risata di cuore, schietta e sincera che strappa l’applauso a scena aperta. C’è la risata amara. E c’è anche il momento di silenzio, di riflessione dove a parlare sono soltanto le voci degli attori. “Ciungam” (Chewing gum, l’isola dei matti), spettacolo di Paride Benassai con Maurizio Bologna, racchiude questo e tante altre emozioni contrastanti. Lo spettacolo andato in scena al Ditirammu di Palermo ha raccontato la storia di due folli, “ospiti” di un manicomio. Pietro e Nino, diversi ma simili, hanno il comune desiderio di fuggire dal soggiorno opprimente e deprimente di un nosocomio psichiatrico. L’impresa, tuttavia, è impossibile ma la fantasia dei due protagonisti è fervida e la materializzano in spaccati surreali tra il comico, il grottesco ed il tragico. Sono tanti i modi per uscire da quelle mura buie dove il tempo non passa mai.
Il tutto si consuma in una notte di capodanno, la notte più lunga dell’anno, dove tutto può accadere. Pietro (Maurizio Bologna) e Nino (Paride Benassai) sono tempestati dai ricordi e questi ricordi sono distorti dalle rispettive malattie e disturbi. I due attori palermitani offrono e regalano emozioni intense grazie anche ad un ritmo serrato ed alla capacità di trasmettere al pubblico le sensazioni che vive un malato psichiatrico. Discorsi distorti, situazioni surreali e ricordi. Che fanno male, malissimo, ad entrambi. E qui si vede la grande amicizia tra i due: il rapporto, presumibilmente di lunga data, che lega Pietro e Nino è contorniato da una solidarietà quasi commovente. Nonostante gli sbalzi di umore e le discussioni sul niente che sembrano a portare a divergenze incolmabili.
“Ciungam” – una riproposizione dello storico spettacolo che debuttò nel lontano 1981 al Teatro Piccolo di Palermo e che è stato replicato 230 volte in città per poi andare ad incontrare le platee di Napoli, Messina e Catania – ha convinto il pubblico che al termine della performance ha omaggiato Benassai e Bologna con 5 minuti di applausi.
Ed oltre alle risate per le gag e per l’atletismo dei due attori (senza anticipare troppo, scriviamo quanto sia emblematico il passaggio col tutù e quanto sia divertente il dialogo sulle “due pillole”), non sono mancati gli occhi lucidi di chi ha compreso benissimo come potrebbe essere soltanto lontanamente tormentata la vita di un folle, anche quando questi sembra (all’apparenza) più sereno. Lo spettacolo si replica oggi, domenica 29 settembre, sempre al Teatro Ditirammu in via Torremuzza, due volte: alle 18 ed alle 21.