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Oggi ricorre il 42° anniversario dell’uccisione del tenente colonnello Giuseppe Russo (Medaglia d’Oro al Valor Civile) e del professore Filippo Costa, avvenuta il 20 agosto del 1977 nella frazione di Ficuzza nel territorio a confine tra i Comuni di Monreale e Corleone nei pressi della Real Casina di Caccia del re borbonico Ferdinando IV. I mandanti furono individuati dalla giustizia in Totò Riina e Bernardo Provenzano, mentre gli esecutori materiali furono Leoluca Bagarella, Giovanni Brusca e Vincenzo Puccio. Russo che godeva della fiducia massima del Generale dei Carabiniere Carlo Alberto Dalla Chiesa si stava occupando di indagini sul caso Mattei e sulla cosca dei corleonesi. Filippo Costa fu testimone ignaro dell’omicidio e anch’esso barbaramente trucidato.
Alle ore 10 è stata deposta una corona d’alloro sulla stele commemorativa nel luogo dell’eccidio alla presenza del Comandante della Legione Carabinieri Sicilia, Generale di Brigata Giovanni Cataldo, del comandante della Compagnia Carabinieri di Monreale colonnello Luigi De Simone, del vice Prefetto di Palermo, Fabio Sanfilippo, del Sindaco di Corleone, Nicolò Nicolosi, della figlia dell’ufficiale dell’Arma Francesca Benedetta Russo e delle autorità civili e i rappresentanti delle diverse forze armate. Per l’amministrazione di Monreale era presente l’assessore Daniela Battaglia.
Il Generale Cataldo, nel suo intervento, ha rimarcato come il sacrificio dell’ufficiale e di tutte le vittime di mafia, continua ancora oggi, ad essere di sprone ed esempio per tutti i carabinieri che, quotidianamente, combattono la criminalità organizzata. Alla cerimonia ha preso diverse associazioni, tra queste anche una rappresentanza dell’Associaziona Nazionale Polizia di Stato di Monreale; Claudio Burgio Presidente dell’Osservatorio alla Legalita “Giuseppe la Franca; Biagio Cigno dell’Associazione “Liberi di Lavorare”, e per la prima volta una numerosa delegazione di giovani del Campo Estate dell’Arci e Francesca Bommarito, sorella di Giuseppe, ucciso dalla mafia insieme al collega Pietro Morici e al Capitano dei carabinieri Mario D’Aleo.
