Che ci sia la mano criminale dell’uomo nell’incendio che ieri ha devastato San Martino non ci sono dubbi. Almeno quattro, ma c’è chi dice cinque, fronti di fuoco, partiti praticamente contemporaneamente e appena dopo il tramonto. Chi ha ideato questo piano criminale, intanto conosceva bene la zona, e poi sa benissimo che i mezzi aerei non volano mai appena dopo il tramonto del sole. Insomma, tutto orchestrato per distruggere. A fuoco, però, non sono andati solo alberi e vegetazione. Ma sono andate distrutte case, sono state bruciate auto. Si è messa a rischio la vita delle persone che abitano da queste parti. Noi abbiamo visto la paura negli occhi di chi vive lì. Abbiamo sentito persone piangere perché non riuscivano a sentire i propri genitori rimasti nella casa su monte Caputo con le fiamme a pochi metri. Abbiamo visto auto sfrecciare con a bordo bambini impauriti e spaesati.
Ora le Forze dell’Ordine devono fare di tutto per prendere i responsabili di questa azione. E punirli in maniera esemplare. Non solo con il carcere, ma anche facendogli pagare i danni di quello che hanno contribuito a distruggere. E poi il comune faccia un atto di coraggio: serve un censimento dei terreni bruciati e, oltre a impedire di costruire qui per sempre, imponga anche il divieto di pascolo. Non per pochi anni, ma per sempre.
Ora viale Regione a Monreale rimarrà chiusa chissà per quanto tempo. Servirà un’intensa operazione di bonifica. Oltre a mettere in sicurezza alberi e massi, bisogna sostituire i pali della corrente elettrica e del telefono. La Natura, poi, impiegherà anni per ricostruire quello che l’uomo ha pensato bene di distruggere in una folle notte.