“Nonostante la mattina con strombazzamenti il magistrato viene accompagnato in auto, poi il pomeriggio non lo può più fare. La mia libertà la riacquisto, ma poi sono libero di essere ucciso la sera…”. Così parlava il giudice Paolo Borsellino in Commissione Antimafia. Questo audio fa parte del materiale desecretato riordinato in un unico sito. Si tratta di oltre 1.600 documenti che vanno dal 1963 al 2001 e che diverranno accessibili a tutti.
“Dobbiamo avere garantita la presenza degli autisti giudiziari per tutto l’arco della giornata. Di pomeriggio c’è una sola macchina per quattro magistrati e sistematicamente vado con la mia macchina personale ed esco alle 21 o alle 22 per tornare a casa”, così continuava il giudice Paolo Borsellino – sere ucciso la sera…”.
Borsellino lottò fino alla fine per contrastare la mafia: “Marsala è un santuario, dove trovano rifugio i latitanti di ogni tipo”. È proprio lì che il magistrato aveva deciso di dimezzarsi la scorta, per poter dare una volante, “che potesse assicurare l’intero arco delle 24 ore”. Ma anche a Palermo, i boss passeggiavano tranquillamente alle quattro del pomeriggio. Lo stesso boss poi pentito, Tommaso Buscetta aveva raccontato al giudice, che i latitanti sapevano che a quell’ora c’era il cambio turno delle auto delle forze dell’ordine e, in giro per la città, non ne avrebbero incontrate. Successivamente, tra il 1989 e il 1991, Borsellino parlerà altre tre volte davanti alla commissione, sottolineando i problemi legati alle indagini. Difficoltà che non hanno mai fermato lui e i suoi colleghi.