I finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Palermo, coordinati dalla Procura della Repubblica, hanno eseguito un provvedimento di sequestro “per equivalente” per oltre 1 milione di euro emesso dal Tribunale di Palermo – Sezione del Giudice per le Indagini Preliminari, nei confronti di 39 soggetti indagati per falso e truffa ai danni dell’Inps.
L’operazione denominata “Sanguisuga“, ha preso spunto da attività di analisi dei flussi di spesa di Enti pubblici risultati anomali, confermate in talune attività di accertamento interne degli ispettori dell’Ente di Previdenza Nazionale. E’ stata portata alla luce una vera prassi illecita, quasi un fenomeno di “costume”, che vedeva coinvolte decine di persone residenti a Palermo e provincia le quali, utilizzando documentazione medica falsificata, hanno beneficiato di particolari indennità economiche spettanti a pazienti colpiti da gravi patologie del sangue (talassemia major, talassodrepanocitosi e drepanocitosi).
Grazie all’incrocio dei dati in possesso dell’Assessorato della salute della Regione Siciliana e degli ospedali palermitani, è stato possibile individuare i pazienti che non solo non risultavano iscritti nel “Registro Siciliano delle Talassemie ed Emoglobinopatie”, presso cui vengono registrati coloro che, per la natura delle patologie sofferte, effettuano trasfusioni con cadenza periodica, ma godevano in realtà di ottima salute.
Il meccanismo della truffa era semplice e talvolta grossolano. Bastava infatti un certificato medico a nome di medici, che in realtà non l’avevano mai sottoscritto, e timbri falsi. La documentazione veniva poi presenta all’ufficio Inps territorialmente competente. Ovviamente l’interesse non era quello di beneficiare delle trasfusioni, a cui sono costrette le persone purtroppo realmente malate, ma quello di ottenere l’indennità economica spettante per legge ai lavoratori affetti da talassemia major (morbo di Cooley) e drepanocitosi che, raggiunti i requisiti anagrafici e di contribuzione, hanno diritto a un’indennità annuale pari alla pensione minima erogata dall’Inps.
In una prima fase è stata acquisita, presso l’Inps, la documentazione di tutti i soggetti (103) beneficiari nel territorio provinciale dell’indennità in parola per un totale di 1.624.882 euro. Le Fiamme Gialle hanno quindi accertato, nei confronti di 54 soggetti, indennità indebite per 1,4 milioni di euro, mentre – in attività sinergica con la Guardia di Finanza – l’Inps avviava le procedure di recupero di parte delle somme.
Nei confronti di alcuni di loro, la Procura della Repubblica di Palermo, ha richiesto e ottenuto dal Gip presso il tribunale di Palermo, l’emissione del provvedimento di sequestro preventivo, su disponibilità finanziaria, beni mobili e denaro fino al raggiungimento dell’importo percepito da ciascun indagato.
Fra i soggetti deferiti, anche due dipendenti dello stesso Ente di previdenza (di cui uno attualmente in pensione) con l’aggravante della violazione dei doveri inerenti a una pubblica funzione, poiché assegnati all’ufficio che ha gestito le pratiche. Si erano autoassegnati – direttamente o per il tramite del coniuge, ma con le stesse modalità fraudolente – le stesse indennità previste.
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