Ci sono storie importanti e storie secondarie. Almeno all’apparenza. Solitamente i personaggi di un certo peso vanno agli onori della cronaca e si fanno ricordare per le loro gesta, sia in positivo che in negativo. Tuttavia, “Raccontando l’umano”, spettacolo teatrale di Filippo La Porta, offre un viaggio intenso in tanti frammenti di vita quotidiana. Una vita popolata da gente semplice del popolo che, però, ha molto da raccontare. Frammenti straordinari pur nella loro quotidianità.
Il pubblico del teatro-museo Ditirammu, piccola perla incastonata nel centro storico di Palermo, ha apprezzato “Raccontando l’umano” che è andato in scena nell’ambito della rassegna “Tutto può succedere” che campeggia al teatro guidato da Elisa e Giovanni Parrinello. Applausi misti a risate perché c’è sempre – nonostante la delicatezza di alcuni argomenti – il doppio sapore agro-dolce.
Sul palco, lo stesso Filippo La Porta ha fatto da cicerone in questo cammino fatto di amori, di passione, di cadute e di redenzione, di speranza dove a volte il sacro si mischia al profano ed il tragico riesce comunque a far strappare un sorriso. I tanti spaccati di vita quotidiana ci fanno conoscere la signora disincantata che ha cresciuto una figlia bellissima da sola dopo aver avuto un incontro amoroso con un militare americano originario di Mistretta, con un “mao mao” che raccoglie il ferro a bordo della sua “lapa”, ci fa incontrare un “giuvane” della borgata di San Lorenzo che “scende a Palermo” per la prima volta e scopre la vita della grande città con tutti i pregi ed i difetti.
Tra le pagine di questo racconto c’è anche una nota per gli amanti dello sport: si ricorda – in modo romanzato – la storica vittoria del ciclista palermitano Nino Catalano alla tappa di Ischia del Giro d’Italia del 1959 quando l’atleta, un gregario, si tolse il lusso di battere il mito francese Jaques Anqetil, uno dei grandi del pedale. Splendide le interpretazioni attoriali. Rosalba Bologna è stata la mattatrice grazie alla sua interpretazione convincente in più storie. Davvero intensa ed ispirata. Non da meno anche Gaspare Sanzo e Marco Feo che si sono alternati sul palco con altrettanta sicurezza e padronanza.
Ad intermezzare ed accompagnare il tutto anche le note dei tre musicisti presenti: Katia Raineri (sopraffina al violino, ukulele ed anche alla voce), Alessio Tarantino (passionale e di impatto alle percussioni) e Salvo Capizzi. Tutti e tre senza dubbio, hanno dato un valore aggiunto all’interessante racconto di Filippo La Porta che meriterebbe di essere riproposto per far assaporare frammenti di grande storia e cultura dal punto di vista delle persone semplici, il più delle volte dimenticati e soverchiati dai più forti e dal corso della vita stessa.