Due dipinti “falsi” di Amedeo Modigliani, esposti in una mostra a Palazzo Bonocore di Palermo, sono stati sequestrati dai Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale su delega della Procura della Repubblica di Palermo. Le investigazioni, si sono concentrate fin da subito sulle poche opere “reali” esposte all’interno della mostra che proponeva principalmente un percorso artistico basato su proiezioni fotografiche multimediali di alcuni capolavori del maestro livornese.
In particolare gli investigatori specializzati del Reparto Operativo, avevano acquisito attraverso gli organizzatori dell’evento, documentazione relativa alle due opere in questione e nel contempo ne riscontravano la presumibile falsità attraverso l’acquisizione di alcuni pareri preliminari rilasciati da esperti d’arte di rinomata professionalità. Gli accertamenti sulla documentazione a corredo (certificati di autenticità e provenienza), privi di autorevolezza dal punto di vista scientifico e pieni di passaggi contraddittori, completavano il quadro investigativo che veniva condiviso dall’Autorità Giudiziaria portando all’emissione di un decreto di sequestro per le seguenti opere:
Contestualmente a Roma e Spoleto venivano eseguiti due decreti di perquisizione a carico del presidente dell’Istituto Amedeo Modigliani di Spoleto (procacciatore delle suddette opere) e del curatore della mostra (autore anche delle certificazioni di autenticità), entrambi indagati per il reato di contraffazione di opere d’arte. Nel corso delle operazioni veniva rinvenuta copiosa documentazione cartacea relativa all’organizzazione della mostra ed alla provenienza delle opere in sequestro e venivano sequestrati materiale informatico e 27 beni d’arte di pregio verosimilmente contraffatti (di cui 3 opere grafiche di Modigliani e 24 dipinti di Picasso, Chagall, De Nittis, Boldini, Dalì e Guttuso) occultati all’interno di una autovettura nella disponibilità di uno degli indagati, su cui sono in corso ulteriori accertamenti.
Il controvalore delle due opere sequestrate presso il Palazzo Bonocore di Palermo, qualora fossero immesse sul mercato come autentiche, potrebbe raggiungere cifre considerevoli che, se quantificate avendo riguardo alle polizze assicurative stipulate sulle tele, ammonterebbero a nove milioni di euro ciascuna. Per quanto attiene i beni d’arte sequestrati presso le residenze degli indagati, il controvalore, qualora immessi sul mercato come autentici, supera i cinque milioni di euro.