Palermo

Azienda svuotata e fallita: arrestati due imprenditori. Si chiude l’era della Latte Puccio

I finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Palermo, al termine di indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Palermo ed eseguendo un provvedimento emesso dal Tribunale, hanno posto agli arresti domiciliari l’amministratore della storica società Latte Puccio, Giuseppe Valguarnera, e la compagna Caterina Di Maggio, ex amministratrice, vedova dello storico patron dell’azienda, Enzo, morto 19 anni fa. L’accusa è di bancarotta fraudolenta.

L’ordinanza di custodia cautelare recepisce l’esito delle indagini delle Fiamme Gialle, secondo le quali la società proprietaria di una industria casearia dichiarata fallita dal Tribunale di Palermo è stata nel tempo completamente “svuotata”. Ciò è dipeso da una serie di scelte gestionali in palese conflitto con gli interessi della società fallita, ma utili a realizzare gli scopi personali degli amministratori.

I due imprenditori arrestati hanno, infatti, orchestrato e diretto un articolato sistema di società finalizzato ad aggirare le norme. Innanzitutto, i crediti vantati dall’industria casearia nei confronti di altri soggetti sono stati artificiosamente svalutati, dopo l’azienda, il cui valore è stato stimato in circa 9 milioni di euro, è stata fittiziamente affittata ad un’altra società, così da completarne lo “svuotamento”. A tali attività erano state fatte seguire, false rilevazioni contabili ed operazioni finanziarie che hanno coinvolto anche società di diritto estero, sulle quali sono state fatte confluire ingenti quantità di denaro.

“Restiamo sconvolti dalla notizia degli arresti domiciliari alla Latte Puccio e dell’accusa di bancarotta fraudolenta con il trasferimento di fondi in Svizzera alla luce del fatto che l’azienda aveva appena proceduto ai licenziamenti per crisi aziendale – dichiarano il segretario generale Flai Cgil Palermo Dario Fazzese e Renato Aiello, Flai Cgil Palermo – Ne emerge una vicenda dai contorni inquietanti. Abbiamo sempre ritenuto sospetto l’improvviso crollo di commesse e di profitti di quest’azienda storica e di punta nel panorama locale anche se il fatto poteva rientrare nel contesto di crisi economica generale”.

L’azienda, che produce mozzarelle, il 30 novembre scorso ha aperto le procedure di licenziamento e il 3 gennaio 12 lavoratori su 18 sono stati messi alla porta. La Flai ha scritto questa mattina alla Prefettura chiedendo un intervento per la costituzione di un tavolo. “Abbiamo l’esigenza di aprire subito un’interlocuzione con l’amministratore giudiziario per garantire sia i licenziati che i lavoratori rimasti, capire cosa sta accadendo e discutere del futuro dell’azienda – aggiungono Fazzese e Aiello – L’obiettivo è che la Latte Puccio sopravviva e riprenda a produrre. E’ assolutamente da evitare la chiusura di una delle poche realtà produttive rimaste nella zona. Quest’azienda fino a pochi anni fa dava lavoro a 100 dipendenti tra effettivi e stagionali”.

I lavoratori, che a dicembre hanno organizzato dei sit-in di protesta davanti ai cancelli dello stabilimento, attendono ancora parecchie mensilità degli stipendi, hanno ricevuto in queste settimane degli acconti e c’è chi aspetta ancora 4 mesi di arretrati. Nell’azienda sono in corso gli accertamenti della Guardia di finanza.

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