E anche quest’anno ci siamo. E’ il giorno di Santa Lucia, la santa patrona di Siracusa. A Palermo si ricorda un singolare avvenimento, la Santa implorata dalla popolazione stretta dalla morsa della carestia da diversi mesi, fece arrivare un bastimento carico di grano, che i palermitani non molirono per sfamarsi prima, ma bollirono aggiungendo un filo d’olio; nasce così la “cuccìa”. L’usanza popolare prevede che nel giorno di Santa Lucia non vengano consumati farinacei lasciando spazio ad altri alimenti tipici come panelle di ceci, crocchè e riso; ma la vera regina delle nostre tavole in questa giornata rimane lei, l’arancina.
E noi come ormai facciamo da anni, abbiamo incontrato chi le arancine le produce tutto l’anno, portando avanti questa tradizione tutta siciliana. Siamo stati in pieno centro storico, in piazza Vittorio Emanuele a Monreale: “Noi siamo tradizionalisti – racconta fiero Ciro Giangrande, titolare del Bar Italia – i nostri clienti preferiscono carne e burro. Ma il nostro menù prevede anche le arancine con salsiccia, quelle agli spinaci e quella di cui andiamo molto orgogliosi, quella al salmone”. Attenzione però, tiene a precisare Ciro: “Noi utilizziamo soltanto filetto di salmone, preferiamo la qualità”.
E i clienti apprezzano proprio quest’aspetto. Sono infatti circa 1.500-2.000 le arancine che Francesco e Andrea Lo Cicero preparano ogni anno per l’arancina day. Poi ci penseranno Ciro e Jessica a servire le loro arancine ai clienti, sperando che qualcuna rimanga anche per loro.