Palermo

“I fiumi mormoravano” un omaggio alla Sicilia della Prima Guerra Mondiale

Il lavoro di Anna Mauro, nato da un’idea di Francesco Italia e Giulio Cusumano, convince il pubblico del Don Orione di Palermo. Quando scoppiò la Prima Guerra Mondiale, l’Italia non era preparata. Men che meno la Sicilia. Il conflitto iniziò a fine luglio del 1914, la nostra nazione entrò in guerra nel 1915 pagando, inevitabilmente, un tributo di sangue enorme. Di tutto questo ne parla con forza e vigore lo spettacolo teatrale dell’autrice palermitana Anna Mauro intitolato “I fiumi mormoravano” che giovedì sera ha fatto il suo esordio al Teatro Orione di Palermo per commemorare i 100 anni dalla fine del primo conflitto mondiale.

Il lavoro, nato da un’idea di Francesco Italia e di Giulio Cusumano, racconta gli anni della Grande Guerra in Sicilia dal 1915 al 1918. E lo fa con diversi segmenti dove si passa da un sentimento all’altro. Si parte dallo scetticismo delle donne della maggior parte della nobiltà della Belle Epoque palermitana. Dame abituate ai balli, alle grandi feste, ad una vita agiata che, nonostante i segnali e notizie sempre più allarmanti, non potevano minimamente immaginare quello che da li a poco sarebbe successo. Un’ecatombe che avrebbe colpito anche la nostra nazione. Il fragore delle esplosioni e delle armi che avrebbe interrotto i balli, i valzer, le musiche da camera e tutti i gesti, più o meno grandi, della vita quotidiana. Di tutti.

Se da un lato c’è, infatti, l’approssimazione della nobiltà che pensa che la Guerra potesse durare poco, dall’altro c’è la disperazione del popolo. Dai salotti bene della Palermo che conta allo scoramento del popolo che si materializza nella dura accettazione di un papà e di una mamma anziani che non possono evitare la partenza dell’unico figlio per il fronte. È forte la consapevolezza di poter non rivedere più l’amato figlio. La madre è letteralmente disperata ed il padre rassegnato, addolorato ma non meno distrutto interiormente.

“I fiumi mormoravano”, attraverso il racconto di alcuni fatti storici narrati da Marco Feo, ci porta anche al fronte. Quel maledetto fronte fatto di trincee che è stato il simbolo di una guerra di logoramento feroce, senza sosta, a tratti disumana. Lo stesso fronte che a Natale è stato teatro di una tregua non ufficiale ma spontanea con i soldati italiani e quelli dell’esercito austroungarico capaci di mettere da parte i fucili e le baionette che poco prima avevano provocato ulteriore morte per poi abbracciarsi ed augurarsi “Buon Natale”.

Il racconto si sussegue e le note storiche si intrecciano con altre scene quotidiane di strazio di quei genitori che non hanno più notizie dai propri figli al fronte ma anche di chi è riuscito a tornare… cambiato, devastato, nel corpo e nella mente. La riflessione che porta sempre alla stessa domanda sul perché si sia arrivato così a tanto (e la risposta è ancora misteriosa), viene acuita dallo sfogo del lutto delle donne vestite in nero che non abbracceranno i propri uomini. Dalla nobile (Rosalba Bologna) alla donna del popolo (Agostina Somma) in uno straziante ammonimento.

Il lavoro di Anna Mauro convince come l’idea e l’interpretazione di tutti gli attori che sono saliti sul palco del teatro Orione. In scena: Marco Feo, Rosalba Bologna, Domenico Pane, Agostina Somma, Francesco Italia, Sandra Zerilli, Elisabetta Inzerillo, Manfredi Russo, Arianna Scuteri, Marco Gagliardi, Giovanni Troia, Flavio Modica con la collaborazione di Antonella Bono e la partecipazione del gruppo La Bella Epoque.

Tutti in grado di proiettare lo spettatore in quel tragico periodo della storia mondiale, italiana e siciliana grazie anche alle scenografie di Sergio Pochini. Non a caso, gli applausi del folto pubblico sono stati scrocianti dall’inizio alla fine ed anche durante i vari segmenti dello spettacolo che ha colpito nel segno che siamo convinti sia uno strumento forte per far ricordare quanto accaduto un secolo fa. Non ci stupiremmo che “I fiumi mormoravano” possa a breve essere visto dalle scolaresche ma anche in giro per la Sicilia.

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