Le parole pronunciate da Raffaele Cantone, presidente dell’Autorità Nazionale dell’Anticorruzione, hanno avuto la eco che ci si aspettava. “Abbiamo appreso con grande preoccupazione la notizia che porta Piana alla ribalta della cronaca nazionale come esempio negativo nella gestione dell’accoglienza dei migranti”, sottolinea Alberto Petta(nella foto), presidente del consiglio comunale di Piana degli Albanesi. Che poi prosegue: “Non è il primo caso purtroppo. Tutti ricordiamo il caso di Riace di pochi giorni fa, il caso di Ragusa e casi eclatanti come quello di Roma Capitale. Certo gli addetti ai lavori sanno fare le debite distinzioni, ma l’opinione pubblica tende a non farne e questa vicenda getta discredito su tutta la comunità in maniera generalizzata”. Secondo Cantone, lo Sprar di Piana, il centro di accoglienza dei migranti, è tra le strutture italiane che potrebbero aver ricevuto appalti illegittimi, oppure irregolari e con “gravi profili di criticità” perché lesivi della concorrenza.
“I cittadini chiedono di sapere, ma soprattutto pretendono la verità”, dice Petta, Che già lo scorso anno, una volta ricevuto un esposto anonimo in comune e riscontrate molte delle criticità messe in evidenza, aveva proposto una conferenza dei Capigruppo allargata a tutti i consiglieri, sulle azioni da intraprendere a tutela del Comune e dei migranti come ad esempio la sospensione del servizio, l’annullamento della gara, il ricorso ad enti superiori che indicassero al comune la strada da percorrere. “Invece – dice il presidente del consiglio – l’atteggiamento dei consiglieri è stato molto prudente e di attesa. Anche perché furono rassicurati dall’amministrazione comunale e da alcune presunte indagini interne in realtà mai effettuate. Bastarono alcune lettere del responsabile della direzione e una relazione del segretario comunale per mettere tutto a tacere”. A questo punto il gruppo di Petta segnalò tutto agli organi competenti.
“Potevamo rimediare internamente agli errori fatti da altri abbiamo; invece si è scelta la continuità legittimando una situazione quantomeno irregolare, diventando corresponsabili ciascuno nel proprio ruolo – dice Petta – Mi chiedo, a questo punto, se si sia scelto un comportamento collaborazionista e compiacente, invece di scegliere l’applicazione delle regole e la tutela del principio della concorrenza. Se così fosse sarebbe stato un grave errore da cui siamo orgogliosi di aver preso per tempo le debite distanze”. Ieri il presidente del consiglio comunale, ha presentato una richiesta di accesso agli atti e richiesta copia del contratto stipulato con l’ente attuatore del servizio Sprar per il triennio 2017-2019, comprese le copie di tutte le determine di liquidazione così da cercare di fare chiarezza a vantaggio dei cittadini profondamente indignati della facilità e superficialità con cui sono stati trattati e assegnati quasi 2 milioni di euro. “Non capisco – conclude Petta – perché a distanza già di qualche giorno non vi sia alcuna azione orientata alla sospensione in autotutela del servizio, cosa oggi assolutamente tardiva e non risolutiva, ma necessaria. So che altri gruppi consiliari stanno intraprendendo altre azioni per fare chiarezza e rendere trasparente una vicenda troppo torbida e opaca per essere trattata con indifferenza o peggio nascosta”.