Calogero Lo Presti e Fabrizio Tre Re sono stati condannati dal Gup Marcella Ferrara a 20 anni ciascuno per l’omicidio di Andrea Cusimano, freddato all’alba del 26 agosto 2017 al Capo. Il pubblico ministero Amelia Luise per entrambi aveva chiesto l’ergastolo, ma il giudice non ha riconosciuto la premeditazione.
Poco dopo l’omicidio Calogero Lo Presti venne arrestato da due carabinieri. Fabrizio Tre Re, zio di Lo Presti e anche lui pluripregiudicato e sorvegliato speciale, venne arrestato qualche giorno dopo il delitto. Era lui alla guida della Smart con la quale arrivarono al Capo e poi fuggirono. Il delitto è maturato nella faida fra due famiglie, i Cusimano e i Lo Presti. Ad agitare gli animi la volontà di controllare le attività illecite al Capo e la lite in un pub della Vucciria, avvenuta la notte prima del delitto, fra Giovanni Lo Presti, il padre dell’assassino, e Francesco Cusimano, il fratello della vittima.
Personaggio chiave è Teresa Pace, 84 anni, nonna della vittima. Intercettata nel corso di un colloquio in carcere con il figlio (Silvio Bertolino, zio della vittima ndr) è lei a rivelare cosa è accaduto. L’anziana racconta al figlio i momenti topici dell’agguato. Ovvero l’arrivo della Smart nera all’ingresso del Capo, con Pietro Calogero Lo Presti che va da Andrea Cusimano e gli dice con la pistola in mano: “Fallo ora u malantrino”. Andrea ha il tempo di buttare a terra la madre e cercare di fuggire. Un primo colpo lo raggiunge al petto. Mentre fugge il killer continua a sparare. Due colpi raggiungono la vittima. Gli altri finiscono tra le bancarelle. “Solo per fortuna spiegano i militari un proiettile non ha colpito qualcuno che si trovava tra le bancarelle in quelle ore al mercato del Capo”. E lei, nonna Teresa era pronta a vendicare il nipote con una pistola. Progetto che però le venne impedito.
Fonte Palermo Today