E’ arrivata puntuale la replica del proprietario dell’immobile e dello studio tecnico che sta seguendo i lavori, sulla notizia pubblicata riguardante l’inizio di un cantiere in via Venero, dove un tempo sorgeva il giardino Scarlata.
“Abbiamo letto – spiegano dallo studio tecnico che segue i lavori per conto del proprietario – la notizia pubblicata sul vostro quotidiano riguardante la demolizione di un giardino del ‘600. Vogliamo tranquillizzare tutti – aggiungono mostrandoci i documenti e le autorizzazioni della Sovrintendenza – che nessun giardino sarà demolito e che l’area interessata dal cantiere non ha nessun vincolo monumentale, ma soltanto nei valori paesistici”.
Dai documenti infatti si evince chiaramente che il giardino Scarlata, di cui ormai rimane ben poco, non fa parte della proprietà interessata dai lavori. L’area di circa 30 metri quadrati, confina con quello che una volta era il giardino del ‘600, ma non fa parte della stessa particella. E infatti i proprietari, hanno prima avuto l’autorizzazione dalla Sovrintendenza alla “demolizione e ricostruzione mantenendo le stesse caratteristiche originali dell’immobile”, poi quella del Genio Civile e infine quella del Comune di Monreale.
“Il progetto – si legge nell’autorizzazione della Sovrintendenza – dovrà essere realizzato nei particolari, nelle quote e nelle dimensioni conformamente ai grafici. A condizione che il colore degli intonaci – continua il documento – sia scelto fra la gamma dei colori terrori chiari (ad esempio color sabbia, calcare arenaceo o similari)”. Le aree libere, dovranno poi essere reintegrate nei loro aspetti e nei loro valori paesistici.
Dunque si spegne in poche ore la polemica nata da quell’avviso appeso al vecchio portone di via Venero e che aveva messo in allarme diversi residenti. Con un sospiro di sollievo da parte di tutti: dei residenti, visibilmente preoccupati, dell’amministrazione comunale che era entrata in allarme e nostro.
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Pertanto il CANCELLO, con tutta la sua struttura, pilastri , arco e con l'area retrostante recintata, dato che non fa parte della loro proprietà, rimarrà invariata? e restituita alla pubblica utilità?
Grazie