Adesso è il momento di riflettere. Ancora una volta un piccolo successo andato a segno che la dice lunga sulla abilità del piccolo commercio monrealese di creare attrattività. “Monreale in concerto” ha una formula per questa estate molto soft grazie ancora una volta al contributo fattivo della Associazione Commercianti di Monreale. Sono interventi musicali puntuali e discreti al posto di formule “Karao-nipponiche” di massa che si sostituiscono alle notti bianche e che hanno lo stesso sapore di accoglienza.
Ne abbiamo parlato bene e abbiamo anche fatto le pulci quando era dovuto. Ma dobbiamo riflettere a cosa sarebbe accaduto senza la volontà di vedere questa nostra città un poco più viva, meno dormiente e apatica. Rendiamoci conto della capacità potenziale di questo luogo che deve superare alcune barriere mentali una delle quali una falsa percezione di distanza esagerata da Palermo che indubbiamente pregiudica l’offerta turistica. Ma per contrastare questo luogo comune nessuno ha mai pianificato in concreto come agire.
Più che i concerti in se ho apprezzato questi leggeri “laboratori” di urbanistica applicata perché si sperimenta in concreto il sito Unesco libero da parcheggi abusivi e dai relativi questuanti, perché Acm ha trovato la sinergia e il dialogo con il parroco, con Polizia Municipale e con la locale Stazione dei Carabinieri. Un semplice umile dialogo fatto di richieste che hanno il solo scopo di rivitalizzare un centro storico silente nella speranza di irradiare nel tempo un sussulto di vita alle altre parti della città meno vocate a queste declinazioni.
A noi piacerebbe pensare ad una maggiore spinta e pubblicizzazione degli eventi per ottenere consenso e presenze, ma ci rendiamo conto quanto sia oneroso l’impegno di Acm. Del resto nessuno farà loro un plauso, tutti pretendiamo manifestazioni come se piovessero dal cielo, ma il lavoro di preparazione è lungo e richiede intensità, relazioni e competenze non sempre facilmente reperibili.