Maxi operazione coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Palermo e messa a segno all’alba di polizia. Nel mirino 31 persone accusate a vario titolo di associazione mafiosa, riciclaggio, auto riciclaggio, trasferimento fraudolento di valori aggravato dal metodo mafioso, concorrenza sleale aggravata dal metodo mafioso, associazione per delinquere finalizzata alla raccolta abusiva di scommesse ed alla truffa ai danni dello Stato e traffico di stupefacenti. Nel provvedimento figurano, altri 29 soggetti indagati per associazione per delinquere, finalizzata all’esercizio abusivo delle scommesse sportive ed alla truffa ai danni dello Stato. Per costoro, il Gip, pur non ritenendo sussistenti le esigenze cautelari, ha pienamente riconosciuto la gravità del quadro indiziario a loro carico. Nell’operazione sono coinvolti più di 200 uomini del Servizio centrale operativo e della Squadra mobile di Palermo. L’indagine è stata coordinata dal procuratore di Palermo Francesco Lo Voi, dal procuratore aggiunto Salvo De Luca e dai pm della Dda Roberto Tartaglia, Annamaria Picozzi e Amelia Luise.
“Dalle indagini – dicono gli inquirenti – è emerso un vero e proprio contratto tra Cosa Nostra palermitana e Benedetto Bacchi, un imprenditore del settore dei giochi e delle scommesse, che era riuscito, con l’appoggio delle famiglie mafiose, a monopolizzare il settore e realizzare una rete di agenzie di scommesse abusive, più di settecento in tutta Italia, capaci di generare profitti quantificati nell’ordine di oltre un milione di euro mensili. Parte di queste somme, tra i 300 e gli 800 mila euro l’anno, veniva poi distribuita all’organizzazione mafiosa – spiega ancora la Polizia -. Tra gli arrestati, spicca il nome di Francesco Nania, socio occulto di Bacchi e capo della famiglia mafiosa di Partinico, che, grazie alla complicità di Michele De Vivo, insospettabile commercialista campano che fungeva da prestanome, era anche riuscito a creare un fiorente mercato di import-export di prodotti alimentari con gli Stati Uniti”.
Alcuni indagati rispondono anche di associazione per delinquere finalizzata alla produzione ed al traffico di stupefacenti. L’inchiesta ha in parte ricostruito la movimentazione degli enormi flussi di denaro provenienti dal gioco illecito. Nel corso del blitz sono stati sequestrati beni immobili, società e conti correnti bancari di Bacchi e di diverse persone che lo avrebbero aiutato a riciclare denaro sporco per milioni di euro.
I DETTAGLI DELL’OPERAZIONE – GUARDA LE FOTO DEGLI ARRESTATI
Dalle indagini sono emerse le figure di Benedetto Bacchi e Gerardo Guagliardo Orvieto, operatori del comparto dalle spiccate capacità imprenditoriali che, sfruttando la contiguità con autorevoli esponenti mafiosi, si sono contesi il mercato del gioco abusivo, ciascuno con il proprio circuito, con equilibri mutevoli in ragione dei rapporti di forza esistenti tra le diverse famiglie mafiose di riferimento. Per il periodo compreso tra febbraio e giugno del 2013, infatti, Orvieto e il socio Lo Bianco (arrestato oggi), forti dell’appoggio di una fazione della famiglia mafiosa di Partinico (Salvatore Coppola) vicina al “reggente” del “mandamento” di “Resuttana” (Giuseppe Fricano), erano riusciti ad imporre il proprio circuito (“Leaderbet”) sul territorio ricadente nella “giurisdizione” del mandamento a discapito di Bacchi e del socio Lo Baido ( titolari del marchio “B2875”) che, invece, avevano monopolizzato l’area di San Lorenzo beneficiando dei buoni rapporti con la famiglia Biondino.
L’ascesa di Francesco Nania, scarcerato nell’ottobre 2013, e Antonino Pizzo (arrestato oggi), considerati vertici della famiglia di Partinico e molto vicini a Giuseppe Fricano di Resuttana, spostarono decisamente gli equilibri in favore di Bacchi. Ripercorrendo le dichiarazioni di Vito Galatolo, Bacchi “si prese tutta Palermo…., metteva tutto quello che voleva a Resuttana, alla Noce, a Pagliarelli, a Palermo Centro….”.
Bacchi, quindi, grazie alla sua capacità di stringere accordi particolarmente vantaggiosi con cosa nostra, era riuscito a creare un modello aziendale, tanto efficiente quanto illegale, forte di più di settecento agenzie di scommesse in tutto il territorio nazionale e con tentativi di proiezioni internazionali finanche in Costa d’Avorio tramite l’interessamento di Giuseppe Gelardi (non indagato in questo procedimento), mafioso di Partinico catturato in Costa D’Avorio dove aveva vissuto parte della sua latitanza. L’imprenditore partinicese aveva strutturato una rete commerciale basata su differenti livelli di responsabilità e, conseguentemente, proporzionali percentuali di distribuzione degli utili. La base era rappresentata dai singoli centri scommesse che erano coordinati dai vari agenti di zona che, a loro volta, rispondevano del loro operato ai masters territoriali i quali, in ultimo, si relazionavano con i proprietari del sito. L’organizzazione, inoltre, beneficiava dell’importante contributo di diverse figure professionali (consulenti tecnici, commercialisti, esperti di legislazione comunitaria). Il meccanismo operava in aperta violazione della normativa di settore che prevede l’obbligo, per l’esercizio dell’attività di raccolta delle scommesse on line, di munirsi di concessione da parte dell’Agenzia dei Monopoli e delle Dogane e della licenza rilasciata del Questore. La capillarità delle distribuzione delle agenzie e il livello di efficienza raggiunto nel volgere di pochi mesi hanno consentito a Bacchi di realizzare profitti netti quantificati in oltre ad un milione di euro al mese.
“È evidente – spiegano dalla Questura – che tali risultati non sarebbero mai stati raggiunti senza il decisivo intervento dell’organizzazione mafiosa che imponeva alle agenzie operanti nei territori di rispettiva influenza di giocare sul sito di proprietà di Bacchi. Questi, a fronte di tale “sponsorizzazione”, versava nelle casse di cosa nostra somme variabili tra i 300.000 e gli 800.000 euro l’anno. È chiaro come il rapporto tra imprenditore e organizzazione mafiosa sia evoluto dal tradizionale modello vittima-estortore ad un più redditizio e meno rischioso rapporto societario”.
Durante le indagini, sono stati documentati incontri e contatti, diretti o indiretti, tra Bacchi e numerosi esponenti di assoluto rilievo nel panorama mafioso palermitano. Tra questi, spiccano i nomi di Francesco Nania, socio di Bacchi e, per un determinato periodo, anello di collegamento tra lo stesso Bacchi e le famiglie mafiose palermitane; Fabio Chiovaro (non indagato in questo procedimento), reggente del mandamento della Noce; Sebastiano Vinciguerra (arrestato oggi), di Brancaccio, incaricato fino al 2014 della riscossione e successiva distribuzione alle altre famiglie delle somme dovute da Bacchi; Girolamo Biondino (non indagato in questo procedimento), reggente di San Lorenzo; Giovanni Cacciatore e Fricano (non indagati in questo procedimento), di Resuttana; Alessandro Alessi (non indagato), di Pagliarelli; Alessandro D’Ambrogio (non indagato), di Porta Nuova; Giovanni Nicoletti (arrestato), di Cruillas ed altri. Il sistema ha generato un enorme flusso di denaro contante che, ben presto, ha posto Bacchi nelle possibilità (o, necessità) di trovare nuovi canali d’investimento che gli consentissero di “ripulire” il denaro e farlo rientrare nel tessuto economico legale.
Da qui, l’investimento occulto per circa 750.000 euro nell’azienda edile CEV s.r.l. di Devis Zangara (arresti domiciliari per riciclaggio), società impegnata nella costruzione di importanti edifici in area palermitana tra cui i supermercati Lidl di Partinico e di viale Regione Siciliana a Palermo. Costruzione, quest’ultima, effettuata in società con la SI.CO.SE di Alfredo Cannone (arresti domiciliari per riciclaggio) che era stata finanziata per circa 950.000 euro dallo stesso Bacchi. L’acquisto per interposta persona del terreno, del valore di un milione di euro, a Partinico su cui è stato costruito il Lidl. L’acquisto della villa dell’ex calciatore del Palermo, Giovanni Tedesco, per 500.000 euro subito rimessa in vendita a 1.300.000 euro. Bacchi aveva manifestato interessi per investimenti di rilevante valore nelle più disparate categorie economiche, dall’acquisto della testata giornalistica on line Live Sicilia, all’import-export di petrolio fino alla progettazione di una futuristica batteria solare a ciclo continuo inesauribile. “Da sottolineare – aggiungono gli inquirenti – infine, la sua disponibilità a partecipare alla sanatoria per le sue 700 agenzie che, ove approvata, avrebbe previsto il pagamento di 10.000 euro per ogni punto gioco per un totale, quindi, di 7 milioni di euro”.
Da considerare che gran parte della disponibilità economica di Bacchi era dissimulata mediante una rete di società, anche di diritto maltese, strutturate in modo da occultarne la reale proprietà e create grazie alla complicità di consulenti e professionisti (Rappa, Grigoli, Cusumano, tutti arrestati per riciclaggio). Su richiesta della Procura, il Gip ha ordinato il sequestro per equivalente dei beni (sono compresi immobili, società, beni mobili ed altro) di Bacchi e del suo nucleo familiare fino alla concorrenza di più di 4 milioni di euro per i reati di riciclaggio e auto riciclaggio. Ha, inoltre, disposto il sequestro preventivo delle quote sociali e dell’intero patrimonio aziendale della Phoenix International Ltd, società di diritto maltese con cui stanno tuttora operando alcune agenzie di Bacchi entrate in sanatoria, e le quasi 50 agenzie, distribuite su tutto il territorio nazionale, che operano con concessione Phoenix.
Analogo ragionamento, seppur con dimensioni minori, vale per Francesco Nania, socio di Bacchi, il quale, grazie al prestanome campano Michele De Vivo (arrestato oggi), aveva fondato una società (World Trading Enterprise, sottoposta a sequestro) di import-export di prodotti alimentari verso gli Stati Uniti mediante la quale aveva in animo di “invadere New York di pomodori”. Da non dimenticare che alcuni parenti di Nania, in particolare il cognato Vito Rappa, vivono negli Stati Uniti e gestiscono alcune pizzerie che operano con insegna Francesco’s.
GLI ARRESTATI – GUARDA LE FOTO DEGLI ARRESTATI
BACCHI Benedetto Antonio, nato a Palermo, cl. 1972 (carcere);
CUSUMANO Salvatore, nato a Montelepre (PA), cl.1959 (carcere);
DE VIVO Michele, nato a Ottaviano (NA), cl.1966 (carcere);
PIZZO Antonino, nato a Partinico (PA), cl. 1970 (carcere);
PRIMAVERA Maurizio, nato a Palermo il 10.07.1976 (carcere)
RAPPA Giampiero, nato a Palermo il 29.10.1968 (carcere);
NANIA Francesco, nato a Palermo il 19.01.1969 (carcere);
NICOLETTI Giovanni, nato a Palermo, cl.1950 (carcere);
ORVIETO GUAGLIARDO Gerardo Antonio (carcere);
LO IACONO Fabio, nato a Partinico (PA), cl.1986 (carcere);
LO PICCOLO Antonio Vincenzo, nato a Carini (PA), cl.1961 (detenuto);
LO BAIDO Antonio, nato a Palermo, cl.1978 (carcere);
LO BIANCO Giuseppe Alessandro, nato a Partinico (PA), cl.1967 (carcere);
LO IACONO Francesco, nato a Partinico (PA), cl.1980 (detenuto);
VINCIGUERRA Sebastiano, nato a Palermo, cl.1960 (carcere);
SGROI Benedetto, nato a Palermo, cl.1975 (carcere);
CORSO Marco, nato a Partinico (PA), cl.1986 (domiciliari);
CORSO Vincenzo, nato a Palermo, cl.1980 (domiciliari);
GRIGOLI Antonio, nato a Borgetto (PA), cl.1968 (domiciliari);
ZANGARA Devis, nato a Torino, cl.1972 (domiciliari);
CANNONE Alfredo, nato a Partinico (PA), cl.1960 (domiciliari);
LO IACONO Francesco, nato a Palermo, cl.1976 (divieto di dimora);
MARCHESE Giuseppe, nato a Partinico (PA), cl.1968 (divieto di dimora);
PACE Francesco Paolo, nato a Palermo, cl.1973 (divieto di dimora);
REGINA Francesco, nato a Partinico, cl.1969 (divieto di dimora);
TOGNETTI Stefano, nato a Partinico (PA), cl.1987 (divieto di dimora);
ZICHITELLA Antonio, nato a Marsala (TP), cl.1975 (divieto di dimora);
GAMBINO Giuseppe, nato a Palermo, cl.1980 (presentazione alla p.g.);
CANNATELLA Marco, nato Partinico, cl.1964 (presentazione alla p.g.).
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