Palermo

Mafia, arrestato Giuseppe Biondino, capo del mandamento di San Lorenzo

Giuseppe Biondino, figlio dell’ergastolano Salvatore e capo della famiglia mafiosa di San Lorenzo (autista di Totò Riina), è stato arrestato questa mattina dai carabinieri nel nucleo investigativo di Palermo. Ufficialmente, gestiva un’agenzia che si occupa di cartellonistica e pubblicità, la “MP”, in realtà curava diversi affari per conto del clan. Insieme a lui sono finite in manette altre 4 persone, accusate a vario titolo di associazione mafiosa, estorsione consumata e tentata, incendio. Tutti reati commessi con l’aggravante del metodo e finalità mafiosi. L’indagine che ha portato all’arresto di Biondino rappresenta la prosecuzione dell’operazione “Talea” (LEGGI QUI) condotta nei confronti degli affiliati ai mandamenti mafiosi di San Lorenzo (composto dall’omonima famiglia di San Lorenzo, Tommaso Natale, Partanna Mondello, Terrasini, Cinisi e Carini) e Resuttana (articolata sull’omonima famiglia di Resuttana e da quelle di Arenella e Acquasanta).

Le indagini hanno consentito di: documentare la reggenza della famiglia mafiosa di San Lorenzo da parte di Giuseppe Biondino; di arrestare Salvatore Ariolo e il tunisino Ahmed Glaoui, appartenente rispettivamente alle famiglie mafiose di San Lorenzo e Partanna Mondello. I militari hanno anche ricostruito un’estorsione consumata e due tentate, nei confronti di imprenditori e commercianti della zona di riferimento, nelle quali è anche coinvolto un altro uomo, Bartolomeo Mancuso. Infine, è stato possibile individuare in Francesco Lo Iacono, il mandante di un grave incendio commesso, la notte del 14 agosto 2015, nei confronti di un’attività commerciale di Partinico, per il quale erano già stati arrestati gli esecutori materiali nell’ambito dell’operazione “Talea”. Francesco Lo Iacono è nipote di Maurizio Lo Iacono, esponente di vertice del mandamento di Partinico, il cui omicidio, avvenuto il 4 ottobre 2005 a Partinico, era collegabile ai contrasti esistenti tra i Lo Iacono e i Vitale, a causa della vicinanza dei primi al boss, all’epoca latitante, Bernardo Provenzano.

“Voglio innanzitutto ringraziare l’Autorità Giudiziaria per l’impegno e lo sforzo quotidianamente profusi in un territorio caratterizzato dall’endemico fenomeno mafioso – ha dichiarato il comandante provinciale dei carabinieri Antonio Di Stasio -. Un grazie anche ai “miei” Carabinieri che giornalmente operano al servizio dei cittadini per l’affermazione della legalità. Nel corso degli anni cosa nostra, pur avendo mutato pelle e diversificato i propri affari, continua ad essere viva e impegnata – anche attraverso il “pizzo” – nella ricerca quotidiana e ossessiva di denaro. Per questo – ha aggiunto Di Stasio – a tutti i cittadini, ai commercianti e agli imprenditori di questa stupenda terra esprimo la mia gratitudine per essersi – ancora una volta – affidati allo Stato, continuando a denunciare gli estortori”.

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