Mezz’ora, poco meno. Piero Capizzi presenzia al congresso del Partito Democratico rispondendo all’invito del commissario straordinario Antonio Rubino. Intervento breve, ma deciso che si può sintetizzare in una frase: “Io continuo con voi, ma ditemi cosa dobbiamo fare”. Capizzi parla senza prendere fiato. Trasuda emozioni, ma detta una linea politica chiara: “Il Partito Democratico è il mio interlocutore privilegiato”. Porte aperte, insomma. Ma chiede, dall’altro lato, una chiarezza che, stando a quanto dice, fino ad oggi è mancata. “Mi auguro che si chiuda una fase e se ne apra oggi stesso un’altra – dice il sindaco di Monreale – che però sia un progetto di ampio respiro, ben oltre al 2019. Anche senza Piero Capizzi. Ma la cosa importante è che il progetto prosegua per come era stato concepito”. Poi Capizzi lancia la “bomba”: “Quali sono le mancanze del sindaco nei confronti del Pd? – si domanda il Primo Cittadino – Era stato chiesto di eleggere un componente del Pd come presidente del consiglio comunale e così è stato fatto. Se oggi, Giuseppe Di Verde, non fa più parte del Pd, non è un problema mio, ma del Partito stesso. La Giunta è sempre stata decisa insieme. Di contro, la mia amministrazione, ha subito parecchi torti dal Partito Democratico, come la mancanza dei voti nel consuntivo del 2015”. Capizzi, che nel suo intervento non cita mai Toti Zuccaro prosegue: “Nel 2018 Monreale è chiamata ad affrontare alcuni passaggi importanti e delicati – dice – La scelta per me è scontata. Ma patti chiari e amicizia lunga. Mi si dicano le regole di ingaggio, mi si dica come si vuole proseguire. La mia risposta in questo caso sarà sempre positiva”.
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