Fare la pizza è una cosa seria. C’è troppa improvvisazione in giro e per questo la Nip, Nazionale Italiana Pizzaioli, organizza una serie di corsi di formazione per immettere nel mercato del lavoro figure professionali di un certo livelo. Ma anche chi raggiunge l’attestato ha bisogno di aggiornarsi, studiare, scoprire le novità. Ieri a San Martino delle Scale, la frazione montana di Monreale, presso la Forneria Messina, di Gianmichele Messina, si è tenuto un corso di aggiornamento riservato agli istruttori siciliani della Nip che sono arrivati presso il locale di Messina dalla provincia di Palermo, Trapani, Enna, Catania. In cattedra, anzi meglio dire al forno, il responsabile nazionale della formazione Emilio Vattimo: “Fare il pizzaiolo è un mestiere di un certo livello e professionalità – dice l’istuttore – Viene considerata spesso un alimento secondario della ristorazione, ma non è così: la pizza è una delle protagoniste della ristorazione italiana e per questo per prepararla nel migliore dei modi bisogna studiare, selezionare le farine e gli ingredienti”.
Da Gianmichele Messina, titolare dell’omonimo locale monrealese e istruttore siciliano, dunque, un modo per riprendere il discorso: “Con i ragazzi – spiega Messina – stiamo facendo non solo un grande ripasso, ma ci stiamno confrontando. Impastiamo, condiamo, cuciniamo e poi assaggiamo e ne parliamo. La pizza è già entrata nel futuro e noi, soprattutto dopo il riconoscimento dell’Unesco, non possiamo permetterci il lusso di farci trovare impreparati”. I ragazzi hanno così sfoderato le loro tecniche di impasto e lievitazione e hanno preparato decine di pizze: “Ma la mia preferita – conclude Vattimo – rimane la pizza Margherita. Una pizza all’apparenza semplice ma che ti fa capire chi sa fare bene questo mestiere e chi no”.