L’ex comandante FF della Polizia Municipale di Monreale Castrense Ganci, adesso in servizio a Castellammare come comandante, è stato condannato, dal Giudice di Pace di Patti Giulia Saitta, a 2.000 euro di multa per il reato di diffamazione nei confronti di Maria Rita Lo Vercio, Graziella Giordano e Francesco Pettina, già assistenti della stessa Polizia Municipale, costituitisi parte civile con l’assistenza degli avvocati Luigi Gullo e Tino Giusto. Ganci, difeso dall’avvocato Carmelo Occhiuto, che ha anticipato il ricorso in appello, è stato, invece, assolto dall’accusa di minacce perché il fatto non sussiste. Il Pubblico Ministero aveva chiesto la condanna per entrambi i capi di imputazione. I fatti, sono avvenuti presso la caserma di Patti l’1 luglio 2014. Secondo quanto raccontato dai tre assistenti, Ganci avrebbe avrebbe proferito frasi offensive nei confronti di Lo Vercio, Giordano e Pettina, rivolgendo anche minacce all’indirizzo della Giordano. Minacce che il giudice ha ritenuto non esistere. Ma con le accuse di minacce e diffamazione, i sostituti procuratori della Repubblica di Patti, Rosanna Casabona e Maria Milia, avviarono due processi. In uno parte offesa era solo Graziella Giordano, per diffamazione e minacce; nell’altro parti offese, solo per diffamazione, erano Maria Rita Lo Vercio e Francesco Pettina. In seguito i due processi furono unificati e subito dopo i tre furono spostati ad altro incarico. Proprio verso questa decisione, Lo Vercio, Giordano e Pettina hanno proposto ricorso davanti al Tribunale del Lavoro, per l’illegittimità dei provvedimenti adottati dal comune con cui si era proceduto alla revoca della qualità di agenti di Polizia Municipale e al trasferimento in altro settore, chiedendo, al contempo, il reintegro nella citata qualità. Lo stesso comandante Ganci avrebbe, secondo quanto riferiscono i tre, trasmesso al sindaco Mauro Aquino una relazione in proposito da cui, secondo i ricorrenti, sarebbe scaturito il provvedimento di revoca dell’incarico di vigile urbano anche se nell’ordinanza si precisava che il provvedimento nasce dalla necessità di un riordino generale degli uffici comunali. Ganci, che ha sempre respinto le accuse è stato condannato anche al pagamento delle spese processuali e al risarcimento dei danni da liquidarsi in separata sede nei confronti delle tre parti civili.
Fonte Patti24
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