Partiamo da un fatto di cronaca: i residenti di Villaciambra, nella zona che confina con il territorio di Palermo, quindi a valle di Altofonte, lamentano ormai da tempo tantissimi disagi relativi all’erogazione dell’acqua. Turni “impossibili”, oppure a “singhiozzo”, acqua che non arriva o se arriva, esce dai rubinetti con una pressione al minimo. Nessuno uomo delle istituzioni né dell’acquedotto ha mai saputo fornire una spiegazione ai residenti della frazione monrealese che ormai convivono con questi disagi quotidiani. Ma “scavando” nel passato (e non è un verbo che utilizziamo a caso) emergono alcuni dettagli inquietanti che le Forze dell’Ordine potrebbero (anzi sarebbe meglio dire dovrebbero) approfondire.
Pare, infatti, che la rete idrica di Villaciambra, ormai vetusta e datata, nasconda tantissimi segreti. Dalla condotta principale, infatti, sarebbero state fatte delle derivazioni totalmente abusive che arriverebbero a casa di alcuni “privilegiati”. Che non solo hanno la possibilità di utilizzare l’acqua gratuitamente, ma non pagano una regolare bolletta e fanno diminuire il flusso regolare della condotta principale. Una situazione che i cittadini di Villaciambra hanno denunciato più volte al sindaco che, fino ad oggi, è rimasto fermo “con le quattro frecce” senza prendere alcun provvedimento.
“Ci ha solo detto – dice un residente – di fargli sapere quanto costerebbe noleggiare uno speciale apparecchio in grado di leggere con precisione la mappatura del suolo e scoprire eventuali presenze di allacci abusivi nella condotta idrica principale”. Insomma sotto terra si nascondono i problemi della mancanza d’acqua per i residenti di Villaciambra. Secondo alcuni bene informati, tanti anni fa, durante i lavori di scavo e posizionamento della nuova rete idrica, gli operai che effettuarono i lavori chiedevano una piccola cifra (si parla di 100 mila lire) per creare una seconda derivazione verso l’abitazione di chi accettava senza che questo tubo passasse dai regolari contatori. Ci sarebbero anche delle prove fotografiche. Derivazioni che sono presenti anche oggi. Insomma furti d’acqua a tutti gli effetti che danneggiano i cittadini che pagano regolarmente. Una situazione simile si è verificata a Grisì. Scoprire però chi ruba l’acqua è davvero complesso. Ma con l’utilizzo di un Georadar sarebbe possibile effettuare una mappatura del sottosuolo e agevolare la scoperta di questi “furbetti” che poi rischierebbero di essere denunciati penalmente.