Caterina Cosentino, di Pioppo, classe 1917, il prossimo 2 ottobre, spegnerà 100 candeline. Saggia e tenace, la signora Tina, ben conosciuta nella frazione, amata e stimata da tutti, è emozionata per l’evento che si sta avvicinando.
Un’enciclopedia vivente”, potremmo definirla, considerato che, durante la sua vita, ha vissuto tutti gli avvenimenti importanti che hanno riguardato il nostro territorio. Tre figli, sette nipoti e bisnonna per ben 7 volte, la centenaria è circondata dall’affetto dei suoi familiari e di quanti le fanno gli auguri quotidianamente. La sua abitazione, in questi giorni, è un via vai di persone. Familiari, parenti e semplici conoscenti rendono visita a colei che vive da un secolo per esprimerle le migliori felicitazioni per essere arrivata a questo apprezzabile traguardo.
Tanti sono gli eventi che la frazione sta organizzando per festeggiarla. La Parrocchia ha previsto la celebrazione di una Santa Messa in ringraziamento per il dono della vita. A seguire, ci sarà un piccolo momento ricreativo con le Autorità civili che le renderanno omaggio. Dovrebbe esserci anche il sindaco Piero Capizzi. “Ho vissuto in tempi meno fortunati di questo – racconta Tina – Si lavorava tanto ma si era più felici. C’era la guerra e si pativa la fame. Tuttavia non ci si arrendeva. Ci si rimboccava le maniche per andare a lavorare. La mattina si andava a scuola e il pomeriggio si aiutavano la mamma e il papà nel coltivare l’orto o accudire gli animali. Contemporaneamente, si studiava e si lavorava. La sera era una gran festa. La famiglia era riunita intorno al focolare domestico. Ci si raccontavano “i cunti”, e il papà e i nonni ci mettevano il buon umore”.
Ma qual è il segreto dei suoi 100 anni? “Non c’è un segreto. Sicuramente posso consigliare due cose: una buona alimentazione, perché ci si cibava di ciò che la natura offriva, di prodotti genuini, e la preghiera. Dentro le nostre case, le mamme ci insegnavano a fare la pasta e il pane. Si andava a messa sempre accompagnati. Ricordo, in particolare, la “novena pi l’Immacolata” o la processione per San Giuseppe. Non si usciva mai da soli ma sempre in compagnia di qualche familiare”.
Mente lucidissima, Tina non si tira indietro quando le chiediamo di dare qualche suggerimento ai giovani di oggi: “L’educazione e il rispetto sono alla base della pacifica convivenza, da sempre. Dedicarsi allo sport e stare all’aria aperta, ma solo dopo aver fatto i compiti, si intende. I giovani hanno perso il contatto con la realtà. Prima si diventava subito grandi, le famiglie numerose, spesso, non potevano permettersi gli studi della prole. Oggi, ci sono tutte le comodità. Dico ai ragazzi di studiare per il proprio avvenire e il futuro. Ognuno è responsabile di ciò che fa e, pertanto, è indispensabile conoscere le conseguenze del proprio comportamento. Posso, infine, consigliare la sincerità e l’affetto reciproco”.