Gentile direttore,
approfitto del suo spazio per raccontare una storia. Che coinvolge me, certo, ma che potrebbe coinvolgere decine di miei colleghi monrealesi. Sono un commerciante monrealese, con un’attività avviata ormai da anni. Ho sempre avuto il pallino per il commercio e, nonostante tutto, continuo a credere in questa città. Tanto che ho deciso di espandere la mia attività. Di ampliare il mio negozio. Sono andato presso gli ufficio comunali per capire che tipo di autorizzazioni servissero. E qui è iniziato il mio calvario. Ricevo un “malloppo” di richieste da presentare, documenti da firmare, montagne di carta. Con pazienza e dedizione, faccio il mio dovere e consegno tutto affinché la mia pratica potesse ricevere il benestare e io potessi fare i lavori che servivano. Ma nulla. Sono trascorsi giorni, poi settimane, infine mesi. Ora agosto incombe. E immagino che tutto sarà rimandato a settembre. E mi auguro che non si trascini fino a fine anno. E delle mie autorizzazioni ancora niente. Quando vado negli uffici mi dicono che è quasi tutto pronto. Ma è una litania che mi ripetono da troppo tempo. E io sono fermo. Al punto di partenza. E quasi quasi mi viene voglia di mollare tutto…
Il commento del direttore
Abbiamo scelto di pubblicare questa lettera per spronare gli uffici comunali a fare sempre meglio perché il benessere della nostra città passa anche da loro. Dentro gli uffici ci sono persone bravissime, competenti e grandi lavoratori che potrebbero far andare la macchina amministrativa come un bolide da Formula 1. Il caso raccontato dal nostro lettore, però, non fa bene a Monreale. Né ai monrealesi. Agevolare i commercianti, in un momento così delicato che sta attraversando il nostro Paese, dovrebbe essere prioritario. Giriamo il nostro appello al sindaco Piero Capizzi, certi che ci ascolterà: faccia in modo che situazioni simili non accadano mai più. Siamo certi che comprenderà.
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Si, sicuramente negli uffici di Monreale ma in genere negli uffici pubblici ci sono tante persone che lavorano egregiamente ma..... ce ne sono troppe che non svolgono al meglio il proprio dovere ed ecco perché fare impresa diventa un'impresa