Emergono altri particolari sull’operazione congiunta Guardia di Finanza palermitana e polizia criminale tedesca, che ha portato all’arresto di Placido Anello, Salvatore Greco (i due insieme nella foto), referente della storica famiglia mafiosa palermitana degli Inzerillo e braccio destro di Anello e di altre 19 persone. Una fortuna costruita con il traffico di droga e di armi dalla Germania (qui i dettagli dell’operazione). Una fortuna che non è sfuggita agli investigatori, che hanno notato la totale sperequazione fra i redditi leciti del nucleo familiare dell’Anello e la sua reale ricchezza. Attraverso le intercettazioni, i finanzieri hanno scoperto gli intrecci e le dinamiche dietro gli affari del ristoratore palermitano trapiantato in Germania.
Nelle intercettazioni Anello parla chiaramente dell’acquisto e della vendita di almeno 14 appartamenti e di vari terreni. Ma alla moglie, Anello raccontava anche di un terreno a Pezzingoli per realizzare un allevamento di lumache. Dell’aiuto di un politico e dei fondi Europei. Fondi che Anello intendeva investire nella realizzazione di un agriturismo in un terreno di 40 mila metri quadrati a Giacalone.
“Mi hanno ridato 40 mila metri di terreno lì in montagna e ci viene…” – raccontava Anello senza sapere di essere intercettato. Ma l’uomo aveva anche intenzione di entrare nel business delle energie alternative: “Le pale eoliche lui vuole, ma basta che si prendono soldi… quello che produce di più, che produce di più le pale eoliche e noi gli affittiamo a trentamila euro al mese, venticinquemila euro al mese le pale eoliche, che conviene fargli fare un albergo, una Spa per le cure termali, quello che dicono loro perché avendo il terreno e lo sbancamento, la Comunità europea ti da i soldini”. Continunano le intercettazioni.
Secondo gli inquirenti Anello aveva grandi disponibilità economiche. Poteva anche contare sull’aiuto di bancari disponibili. Un giro di soldi, immobili e affari gigantesco. Affari troppo grandi per una persona che risultava nullatenente. Da qui le indagini che hanno portato al sequestro di: terreni a Monreale, case in via Villa Di Maio (Palermo), ville e magazzini a Trappeto, una villa di sedici vani in via Ur (Palermo), ville e magazzini ad Altofonte, una dozzina di case in via Saitta Longhi (Palermo) e una Ferrari.
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Questo articolo contiene più cazzate che verità, i giornalisti sono peggio dei politici.