I Carabinieri del Gruppo di Monreale hanno dato esecuzione al decreto di sequestro preventivo, emesso dal Gip presso il Tribunale di Termini Imerese Michele Guarnotta, nei confronti della “Giaconia Srl”, azienda madonita con sede in Petralia Sottana che vanta numerosi supermercati nella Sicilia occidentale, operanti sotto la propria insegna e in affiliazione a grandi gruppi come Conad, Conadcity, Margherita, Mstore, Superstore, Todis, Bimbostore e Toys-Bimbostore, per un totale di 38 punti vendita e circa 400 dipendenti.
La misura è scaturita a seguito dell’attività di controllo il 13 settembre 2016, dall’Agenzia delle Entrate di Termini Imerese, che ha consentito di documentare, per l’anno 2013, l’omesso versamento dell’Iva dovuta, per un ammontare complessivo di 1.166.470,58 euro. Per tale motivo, essendo l’importo dovuto all’erario ben superiore alla soglia minima di punibilità, fissata in 250 mila euro, la Procura della Repubblica di Termini Imerese, diretta da Alfredo Morvillo, ha ravvisato responsabilità in capo al rappresentante legale del gruppo per il reato di omesso versamento di Iva. L’attività investigativa dei Carabinieri del Gruppo di Monreale, coordinata dal Sostituto Procuratore della Repubblica di Termini Imerese, Annadomenica Gallucci ha consentito, dopo mesi di ininterrotto lavoro, di mappare tutto il patrimonio mobiliare e immobiliare del gruppo “Giaconia Srl” e, in particolare, di individuare, presso un istituto di credito palermitano, titoli di credito bancari, oggi sottoposti a sequestro preventivo ai fini dell’eventuale confisca per l’importo corrispondente all’imposta evasa.
LA REPLICA DI GIACONIA
In merito alle notizie di stampa diffuse in data odierna va immediatamente chiarito che il presupposto in base sul quale è stato disposto il sequestro preventivo in danno alla Giaconia srl è errato come si desume dalla dichiarazione annuale Iva 2014 relativa all’anno 2013. Dall’esame di da tale documento, si rileva che la dichiarazione presentata espone un debito d’imposta di € 89.338, ammontare quest’ultimo di gran lunga inferiore al limite di € 25 mila euro previsto dalla legge, come soglia di punibilità. In ordine a tale saldo Iva, va precisato in oltre che in data 29 settembre 2014 (data quest’ultima antecedente a quella prevista dalla legge per il versamento dell’acconto 2014) la società ha effettuato, a deconto del debito Iva 2013, un ulteriore versamento di € 39.438, riducendo così l’importo ancora dovuto per l’anno 2013 ad € 49.900.
“A chiarimento di quanto accaduto – afferma l’avvocato Cinzia Di Vita, legale della Giaconia srl – va precisato che il provvedimento di sequestro è stato determinato dall’errata comunicazione effettuata dall’Agenzia delle Entrate Ufficio Territoriale di Termini Imerese alla Procura della Repubblica in data 8/11/2016, nella quale veniva segnalato l’omesso versamento, da parte della società Giaconia Srl di Iva dovuta, in base alla dichiarazione annuale relativa all’anno 2013 per un importo di € 1.166.470,58. L’errore commesso dall’Ufficio – precisa l’avvocato – è rilevabile dalla lettura della medesima comunicazione nella quale viene specificato che l’irregolarità era stata contestata tramite comunicazione n. 0005470914771 notificata in data 15/09/2016 via Pec”.
La lettura di tale comunicazione, emessa sempre dall’Agenzia delle entrate, Ufficio Territoriale di Termini Imerese, conferma in maniera manifesta ed in equivoca l’errore compiuto dall’Ufficio che ha indicato come omessa l’imposta Iva e non l’effettiva natura del debito d’imposta consistente in “ritenute d’imposta su retribuzioni. Il prospetto allegato alla pagina 2 della suddetta comunicazione, riporta dettagliatamente l’importo e la causale delle imposte dovute che ammontano ad € 1.166.470,58 per imposte, oltre 116.647,16 per sanzioni ed € 113.638,14 per interessi.
Chiarita la natura dell’errore, determinato dall’errata comunicazione formulata dall’Ufficio territoriale di Termini Imerese dell’Agenzia delle Entrate, va precisato, per completezza d’informazione, l’errore più grave commesso dal medesimo Ufficio che si sostanzia nel non avere tenuto conto del fatto che la società, come infatti previsto nello stesso avviso, si era avvalsa della possibilità di effettuare il pagamento delle somme dovute in maniera rateale, concordando con l’Ufficio gli importi, le date di pagamento e gli interessi dovuti. A fronte di quanto dovuto la società ha già versato tre rate dell’importo di € 69.836,87 per il complessivo importo di € 209.510, riducendo così il proprio debito ad € 1.187.226,79 importo quest’ultimo comprensivo di sanzioni ed interessi.
Quanto esposto dimostra in maniera inequivocabile, l’incomprensibile errore di comunicazione effettuato dall’Ufficio che ha comunicato il mancato versamento di Iva per un importo di € 1.166470,58 a fronte di un debito (€ 49.900,00) di gran lunga inferiore alla soglia di punibilità e che inoltre non ha segnalato, per quanto riguarda l’imposta effettivamente dovuta (ritenute d’imposta), l’assoluta regolarità dell’azienda alla quale ha autorizzato un pagamento dilazionato in n. 20 rate, a fronte delle quali sono stati già effettuati pagamenti per € 209.510 e che alla data odierna non esistono rate scadute e non pagate, essendo il 31 luglio2 017 la data prevista per il pagamento della prossimo rata per le somme effettivamente dovute. Per i motivi sopra esposti la Giaconia srl ha già formalmente chiesto alla Procura della Repubblica disporre i provvedimenti di rettifica che riterrà opportuni.
“Poiché l’errata comunicazione effettuata dall’Agenzia delle Entrate, che ha indotto in errore l’Ufficio della Procura, ha causato gravissimi danni sia d’immagine che materiali, soprattutto sotto il profilo bancario, alla società che occupa oltre 350 dipendenti – conclude l’avvocato Cinzia Di Vita – la Giaconia srl ha inviato all’Agenzia delle Entrate una nota nella quale si chiede di rettificare la comunicazione, confermando con la massima tempestività, l’esattezza dei dati comunicati nella presente in ordine all’effettivo debito per Iva 2013 ammontante ad € 49.900 nonché l’ammontare dei versamenti effettuati dalla società per € 209.510 a deconto di quanto dovuto per ritenute d’imposta anno 2013. La ditta ha invitato altresì la Direzione Generale dell’Agenzia delle Entrate a vigilare sull’operato dell’Ufficio territoriale, affinché vengano effettuate, senza indugio, le rettifiche del caso.”