Sin dal nostro primo giorno online, da quando facevamo una cinquantina di contatti al giorno, abbiamo sempre impostato il nostro lavoro con rigore e serietà. Oggi, a 5 anni di distanza, festeggiati senza tanto clamore e senza sbandieramenti vari per scelta della redazione, i lettori (per fortuna) sono diventati svariate migliaia (negli ultimi mesi abbiamo segnato record su record), ma il nostro rigore, impegno e serietà non sono mai cambiati. Alla base del nostro lavoro quotidiano c’è sempre la verifica della fonte. Tutto quello che vedete pubblicato su Monreale Press è sempre verificato. Nessuna notizia va mai online senza la certezza che in quel testo si dica la verità. I condizionali vengono utilizzati nel caso di arresti, perché si è innocenti fino all’ultimo grado di giudizio; o magari negli incidenti stradali, quando saranno le forze dell’ordine a scrivere la verità; o magari sono un nostro piccolo espediente per lasciare un velo di curiosità ad un particolare articolo (vedi la sfilata di Dolce & Gabbana, scritta un mese fa).
Qualche giorno fa, lo ricorderete tutti, la nostra Redazione è stata la prima (ma non è certo di questo che vogliamo vantarci) a rivelare che il Pd avrebbe cambiato tutti e tre gli assessori: via Giuseppe Magnolia, Nadia Olga Granà e Toti Zuccaro. Chi mastica un po’ di politica, sa benissimo che il sindaco non può revocare le deleghe. Ma, anche per una questione di rispetto professionale, sono gli stessi assessori a dover rassegnare le dimissioni. E questo abbiamo scritto. Né più né meno. Né nomi dei nuovi assessori, né supposizioni di alleanze, né scontri, né voci di corridoio. Abbiamo dato la notizia vera che sapevamo e che avevamo verificato. Su internet è scoppiato il putiferio. “Apriti cielo”, soprattutto anche per l’attacco, strumentale e senza senso, permettetemi di dire, da parte del quotidiano online FiloDiretto. “Dopo quella dell’Ikea a Monreale, ecco l’ennesima bufala di Monreale Press”. Recitava così l’attacco dell’articolo firmato da La redazione. Siamo saltati dalla sedia. Soprattutto quando abbiamo ricevuto messaggi e offese di tutti i tipi: da venditori di mozzarella ad “arraffa-click”, da indegni a “andate a lavorare”. Beh, per noi, e sottolineo per noi, questo è un lavoro. Vero. Facciamo questo per vivere. Non lo facciamo per hobby. Non abbiamo altri lavori. Questo non è un passatempo. Noi facciamo i giornalisti. Stop. E da tanti anni.
Abbiamo chiesto, con discrezione e senza farci notare, alla redazione di FiloDiretto di rimuovere l’articolo. Che non è stato cancellato, ma solo in parte modificato. Ma senza modificare poi tanto il senso. E adesso, a distanza di giorni, non capiamo il perché di questo attacco. Perché si è voluto mortificare il nostro lavoro con un articolo simile, un po’ come se il Corriere della Sera scrivesse di Repubblica che raccontano “palle”. Tanto più che nei giorni a seguire, lo stesso quotidiano online ha scritto che i tre assessori del Pd sarebbero stati cambiati. Da parte loro non abbiamo nemmeno ricevuto un messaggio di scuse. Né lo hanno fatto nei confronti dei loro lettori che, come diceva qualcuno di importante, sono gli unici padroni che si hanno in questo mestiere. Monreale Press fa parte di un circuito più ampio, che comprende Madonie Press e Villabate Press e raccoglie oltre un milione di lettori al mese. Inoltre editore è un’agenzia di stampa, la Migi Press, che collabora con quotidiani nazionali e regionali (Corriere della Sera, Repubblica, Giornale di Sicilia, Palermo Today, Insanitas, Il Videogioco.com solo per citarne alcuni) e lavora con alcuni enti importantissimi, come l’Arpa Sicilia. Aver scritto “ennesima bufala”, ha messo in ridicolo noi e tutti quei colleghi che ruotano attorno al nostro piccolo “mondo”. Ci saremmo aspettati un atteggiamento diverso e, probabilmente, avremmo anche accettato le loro scuse: se fatte pubbliche e con la stessa rilevanza con cui siamo stati attaccati. Ma così non è stato. E, in fondo, ce lo aspettavamo.
Come avevamo informato nella nostra mail inviata a FiloDiretto, era necessario tutelare la nostra immagine. E per questo è stata fatta querela per diffamazione a mezzo stampa. Per tutelare me, che sono il direttore insieme a Michele Ferraro e che in questo progetto ci ha creduto sin dal primo giorno, per tutelare i colleghi giornalisti che lavorano ogni giorno con noi con passione e sacrifici e per tutelare coloro che questo mestiere vogliono farlo come lavoro e che ci hanno chiesto di potersi unire alla famiglia. Ma soprattutto per un rispetto verso i lettori che ci seguono. Nessuno, e sottolineo nessuno, può mettere in discussione la nostra professionalità. Le nostre uniche bufale continueranno ad essere scritte l’1 aprile. Come abbiamo fatto in questi anni: come l’Ikea a Monreale, il Cres in mano ai cinesi, i pozzi di petrolio nella Conca d’Oro, il candidato “Ombra” per contrastare Filippo Di Matteo. Così gigantesche, così incredibili, che è davvero difficile non riconoscerle. Per il resto, e vi rinnovo la promessa, scriveremo solo la verità (come sempre). Ve lo dobbiamo. Ora non parleremo più di questa storia. Ci penseranno i nostri avvocati. Vogliamo chiudere in fretta una pagina brutta del nostro percorso che ci ha fatto comprendere tante cose.