Un canile a Monreale per superare l’emergenza randagi, non solo nel territorio monrealese, ma anche a Palermo con la vicenda del canile di via Tiro a Segno ieri salita alla ribalta della cronaca. Lo conferma lo stesso sindaco Piero Capizzi: “I contatti sono già statai avviati da tempo, adesso c’è stata un’accelerata”, spiega il Primo Cittadino. Secondo l’accordo tra il comune di Monreale e il comune di Palermo, gli uffici monrealesi dovrebbero occuparsi di reperire un terreno che sia adatto allo scopo e “donarlo” al comune di Palermo che costruirebbe, a proprie spese, il nuovo canile. “Non è facile individuare un terreno con specifiche caratteristiche – dice Capizzi – Stiamo valutando due zone, una a San Martino e una a Giacalone. Nei prossimi giorni ne sapremo di più”. La costruzione del nuovo canile sarebbe accolta dalle associazioni animaliste del territorio come una vera gioia. Nei giorni scorsi alcuni attivisti avevano lanciato l’allarme abbandono. “Un fenomeno gravissimo e che stiamo provando a risolvere – spiega Capizzi – Stiamo capendo come iniziare le sterilizzazioni degli esemplari femmina dei cani. E intanto il capitolo specifico di bilancio è stato integrato con 35 mila euro, una cifra che ci permette di gestire la questione in maniera più efficace”.
Capitolo canile di Palermo. Il canile di via Tiro a Segno è ormai al collasso. Qui ci sono circa 700 cani randagi ospitati: “Ormai è una questione economica – spiega il sindaco di Palermo Leoluca Orlando – Ho mandato in cortocircuito un sistema su cui contavano molte associazioni animaliste che sull’accoglienza degli animali hanno creato un business stimato in 920 mila euro all’anno”. Una cifra paurosa su cui si apriranno di certo delle indagini. Però il comune è intenzionato a far partire i lavori di ristrutturazione del canile (aggiudicati nel 2012 e mai iniziati perché la struttura è sempre piena di animali). Ma le associazioni animaliste, molte attive a livello nazionale, ottengono denaro per accogliere nelle loro strutture i cani quando in via Tiro a Segno si raggiunge la capienza massima. “Si tratta di 2.080 euro all’anno per ogni cane, per tutta la durata dell’accoglienza che in molti casi dura anni — conferma a Repubblica il dirigente comunale Gabriele Marchese — Un giochetto che questa amministrazione sta rompendo, e il trasferimento di questi cani con un contributo una tantum di 480 euro va in questo senso”. Ieri davanti al comune si sono registrati attimi di tensione. Sono stati tagliati i copertoni a due mezzi del Comune scambiati per i furgoni con cui dovevano essere trasferiti i primi dieci esemplari. La protesta degli animalisti è poi continuata con il picchetto di una cinquantina di attivisti davanti al canile. “I problemi sono iniziati nell’aprile del 2016 con la revoca della concessione all’associazione Ada che gestiva il canile dal 2012 — sottolinea Marchese — Il Comune ogni anno dava loro 200 mila euro per gestire il canile, che ora è affidato agli operai dell’azienda partecipata Reset, all’interno del contratto di servizio e dunque con un notevole risparmio per le casse comunali”.
Entro il 3 aprile il Comune assicura che l’area sarà pronta per essere consegnata alla ditta vincitrice dell’appalto da 2 milioni di euro finanziati con fondi nazionali. E per svuotare il canile in tempi così brevi il Comune ha pubblicato un avviso di interesse per l’adozione diretta dei cani (due esemplari per i privati, illimitati per le associazioni) con un incentivo una tantum di 480 euro. Ma nel mirino dei manifestanti c’è la responsabile dell’associazione Aivac, Chiara Notaristefano, che ha dato la disponibilità ad accogliere 100 cani in due strutture private a Ragusa. “Non c’è il parere delle aziende sanitarie di Palermo e Ragusa e l’associazione non è iscritta ad alcun albo regionale come prevede la normativa. Così si rischia di non avere più la tracciabilità degli animali, che finirebbero in una destinazione ignota”, scrive l’ufficio legale del Nucleo operativo italiano tutela animali (Noita) in una diffida contro lo spostamento dei cani inviata al sindaco Leoluca Orlando. Ma la diretta interessata respinge al mittente ogni accusa: “I militanti animalisti mi dipingono come un mostro, ma sono tutte falsità — dice a Repubblica Chiara Notaristefano – La mia associazione è regolarmente iscritta in Lombardia, non in Sicilia. Il Comune ha controllato tutti i documenti e verificato se le strutture dove li porterò sono idonee”.
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Dopo quello il mai realizzato a Giacalone ecco lanciata una nuova speranza per gli sfortunati amici a 4 zampe...Magari !!
" fussi cà fussi la vota bona " Ma prima di crederci,come San Tommaso meglio vedere e toccare con mano.Ecco spuntare una luce all'orizzonte a San Martino delle Scale , come possibile luogo per realizzare una struttura che accolga i cani randagi,penseremo che sia cosa fatta,basta trovare il terreno idoneo per realizzarla speriamo nel piu' breve tempo possibile senza dover aspettare ancora una prossima legislatura,chissà magari sono progetti a lunga scadenza,speriamo proprio di no.Quindi resta il problema se cosi' vogliamo chiamarlo di trovare un terreno di proprietà del Comune di Monreale e donarlo al Comune di Palermo per realizzare la struttura.Penso che sia proprio un'idea geniale a dir poco fantastica che il Comune di Monreale faccia realizzare sul proprio territorio donando anche il terreno una struttura e forse non averne nemmeno il controllo. Ma scusate ma dove è finito il finanziamento per la struttura prevista a Giacalone? Magari con quei finanziamento che non è stato realizzato si potrebbe riconvertire ed adeguare e ovviare si per San Martino delle Scale e forse non cè nemmeno bisogno di cercare il terreno visto che potrebbe essere adeguato l'ex Vivaio, immerso nel verde nel bosco e lontano dalle abitazioni anche nel rispetto della quiete e igenico sanitario.