Cronaca

Circo di Svezia, ombre e dubbi sulla concessione dal Comune di Monreale

L’onda lunga delle polemiche sul Circo di Svezia che ha portato Monreale agli onori della cronaca mondiale per la fuga della tigre Oscar non si ferma. A Carini, l’ottimo lavoro della Polizia Municipale, insieme alle altre Forze dell’Ordine, ha permesso di smantellare e sequestrare tutto. Il Circo di Svezia sarebbe risultato fuori norma per tante cose. A partire dalla detenzione degli animali, fino alla loro alimentazione e salute, passando per i dipendenti che sono risultati essere “lavoratori in nero”, come fatto sapere dai Carabinieri e dalla Polizia Municipale di Carini coordinata dal comandante Marco Venuti. A Carini, agenti e militari hanno sequestrato 2 tigri (una del Bengala e una Siberiana), 1 leone, 2 dromedari, 1 lama, 1 piccolo cavallo maschio, 1 pony, 2 asini, 2 cavalli, 1 capra nana.

Da documenti che siamo riusciti a visionare, al Circo di Svezia, che in realtà si chiama Circo Fantasy, il comune di Monreale aveva concesso l’utilizzo di un’area di suolo pubblica pari a 300 metri quadrati, una superficie piccolissima per un circo. E adesso vi spieghiamo anche perché. Il circo di suolo pubblico avrebbe dovuto pagare 660 euro: una prima rata, regolarmente versata da 250 euro da allegare alla richiesta di concessione; un saldo da 410 euro entro il 22 gennaio pare mai arrivato.

La legge che regolamenta i circhi in Italia è molto datata: risale al 1968. Nel 2006 la commissione scientifica della Cites, la Convenzione di Washington sul commercio internazionale delle specie di fauna e flora minacciate di estinzione, ha stilato un regolamento per il mantenimento degli animali nei circhi. E leggendo qualche passaggio (il regolamento è facilmente reperibile in rete, ndr), il Circo di Svezia non avrebbe soddisfatto molti punti. A partire dalla custodia delle due tigri. Leggiamo il passaggio specifico del regolamento:

“Nel caso il circo abbia grandi felini, bisogna prevedere strutture interne di 8 metri quadri per individuo; altezza minima 2,20 metri. Deve essere prevista la possibilità di creare settori separati per dividere gli animali a seconda delle gerarchie interne. Le pareti dei caravan devono essere isolate termicamente. Deve esistere la possibilità per gli animali di sottrarsi alla vista del pubblico, così come è opportuno che vengano predisposte delle tavole a differenti altezze affinchè gli animali possano sdraiarsi e arrampicarsi liberamente. Clima: Gli ambienti devono essere protetti dalle correnti d’aria e dall’esposizione diretta del sole. Terreno: Lettiera di paglia, isolata dal freddo, tavole per riposare, pali per lo sfregamento e l’affilatura delle unghie, nonché per la marcatura del territorio e del gioco. Le strutture interne devono avere dimensioni di almeno 80 metri quadrati per 1-4 individui. Gli animali devono averne libero accesso per almeno otto ore al giorno, anche a turno. Devono esserci contemporaneamente zone al sole ed in ombra. Terreno: Naturale, con sabbia mista a torba e pezzi di corteccia o altri materiali naturali. Devono essere presenti pali per lo sfregamento e l’affilatura delle unghie, eventualmente anche in posizione eretta, nonché per la marcatura del territorio e del gioco. Generalmente in caso di temperature esterne sotto i 15 °C tutti gli animali devono avere la possibilità di ritirarsi in ambienti riparati e coibentati. Alimentazione: Carne, incluse pelli e penne, freschi. Inoltre all’occorrenza dovrebbe essere somministrata carne macinata o a pezzettini al fine di facilitare la somministrazione di medicinali, vitamine e minerali. Gli animali dovrebbero digiunare un giorno a settimana. Deve essere possibile separare gli animali per consentire loro l’alimentazione simultanea o comunque in condizioni di non competitività”.

Basta questo passaggio per capire che qualcosa non andava. Ma c’è di più. E leggendo l’autorizzazione c’è un palese controsenso: la richiesta del suolo pubblico è di 300 metri quadrati. Le dimensioni della tenda dichiarate sono di 16 per 20 metri, che fa 320 metri quadrati. Bastava solo questo per far scattare gli accertamenti della Polizia Municipale. Che non ci sono mai stati. E allora, ecco i nostri dubbi: chi ha concesso l’autorizzazione al Circo? Sono stati controllati tutti i documenti appurando che tutto fosse in regola? Dopo la concessione del suolo pubblico, perché la Polizia Municipale non è andata a verificare che le strutture non occupassero più dei metri concessi? E soprattutto che gli animali fossero custoditi nel migliore dei modi e che fossero in possesso del passaporto? Speriamo che presto la verità venga a galla, augurandoci di non vedere mai più un circo con gli animali nel nostro territorio.

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  • Povero Circo, rovinato da uno stallo a Monreale: stessa cosa hanno provato a fare con me ma, si sono attaccati al...tram, tutti in coro!

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