Grande affluenza, oggi, per il seminario di studio che si è tenuto presso Centro Maria Immacolata di Poggio San Francesco, dal titolo “Trasfigurare la sofferenza…sotto lo sguardo di Maria”, in occasione della XXV giornata del malato. La giornata mondiale del malato, istituita 25 anni fa, da Papa Giovanni Paolo II, costituisce un evento ecclesiale di straordinaria importanza. È un momento di preghiera, condivisione della sofferenza per il bene della Chiesa e di richiamo per tutti, affinché gli infermi non siano considerati “scarti”, ma soggetti attivi della nostra società.
Ad accogliere i partecipanti è stato Monsignor Michele Pennisi, sottolineando l’importanza dei ministri straordinari della comunione per il ruolo che svolgono all’interno della comunità parrocchiale. “La pastorale della salute costituisce un impegno di tutti i componenti della comunità. Spesso, infatti, anche un sorriso – ha detto l’Arcivescovo – può giovare per la ripresa della salute. Il Signore Gesù, medico dei corpi e delle anime, opera per mezzo dei ministri straordinari della comunione. Ringrazio voi operatori e vi incoraggio a proseguire in questa opera”.
I relatori, don Giacomo Sgroi, Direttore Ufficio Liturgico Diocesano, e il diacono Angelo Guarino, Direttore Ufficio Pastorale della salute, hanno spiegato le motivazioni dell’incontro odierno. In particolare modo, Don Giacomo ha ripreso le parole di Don Tonino Bello sulla sofferenza. Il vescovo che, ammalato di cancro, si rivolgeva agli ammalati chiamandoli “colleghi”. Don Giacomo, infine, ha illustrato, seppur brevemente, le numerose opere che la Diocesi monrealese ha realizzato nelle terre africane della Tanzania. “La Diocesi – sostiene il direttore dell’Ufficio Liturgico Diocesano – promuove la dignità dei nostri fratelli che abitano in quelle terre lontane. Una realtà diversa da quella nostra di cui tutti noi abbiamo il dovere di farcene carico”.
Ad illustrare l’approccio migliore da impiegare a favore di coloro che soffrono è stato invece padre Salvatore Franco. “E’ un’esperienza comune che quando siamo in difficoltà chiamiamo mamma. Ogni madre riceve qualche raggio della gloria e della gioia materna di Maria: essa riceve allo stesso tempo la luce della sua aureola. Un fratello non lo si ama dall’alto o da lontano ma bisogna lasciarsi invitare alla tavola della sua vita. Prendere coscienza della nostra impotenza davanti alle malattie. È necessario che oltre alla ragione ci si lasci guidare dallo spirito”. A chiudere la giornata Claudia Filippo, Direttore del servizio diocesano per le persone diversamente abili, che ha parlato di inclusione e solidarietà, soprattutto con chi si trova in difficoltà.