Monreale, due privati finanziano il restauro della Madonna dell’arco degli angeli

Raimondo Burgio

Matita di Legno

Monreale, due privati finanziano il restauro della Madonna dell’arco degli angeli

21 Dicembre 2016 - 10:00

Qualche tempo fa le cronache locali parlavano della misteriosa scomparsa dello stellario sul capo della madonna in piazza Guglielmo, invece nessuno, ad oggi, ha destato l’opinione pubblica sulla assenza da ormai più di 90 giorni della grande ardesia raffigurante una Madonna posta prima dell’arco degli angeli. Una cappelletta quasi adiacente i locali del tesoro da tempo immemore conserva l’effige di Maria in trono col Bambino e negli angoli troviamo due angioletti a coronamento della raffigurazione, ma il rapporto tra questa presenza e il nome attribuito al passaggio in quota è un toponimo tutto da verificare.

Dal punto di vista stilistico, l’opera può collocarsi nella seconda metà del Cinquecento, seppure il prototipo iconografico sia ben più antico e il dipinto risulti quindi un po’ tardo nella sua espressione. Quale che sia la sua storia, comunque, resta argomento di indagini. Una attenta ricerca archivistica forse potrebbe chiarire i committenti e le volontà che l’hanno portata dentro l’attuale collocazione.

Solo lo stato di conservazione, ci dà qualche indicazione: vari allestimenti, fissaggi a muro, forse delle cornici in stucco decorative, sono testimoniate da diverse tracce rimaste ai margini; la superficie pittorica, fortemente aggredita dai fattori di degrado, comprova la storia travagliata dell’opera, ed anche la sua lunga collocazione all’esterno. Oggi, questa immagine tanto trascurata, ha però ricevuto l’attenzione di alcuni fedeli che alla venerazione della madre di Cristo sono affezionati.

L’opera ha risentito fortemente degli agenti atmosferici e degli altri fattori ambientali tipici di un contesto urbano (polveri, fumi, scarichi di autoveicoli, ecc.). Questi fattori ne rendono difficile la conservazione, che necessiterebbe di materiali idonei all’esterno ed una costante manutenzione. Il supporto è poggiato alla base su uno zoccolo marmoreo ed è ancorato alla parete con staffe in ferro, i cui ossidi sono stati assorbiti sia dall’ardesia che dagli strati pittorici, fino ad apportare macchie permanenti.

Due sono i benefattori cui si deve l’iniziativa e il finanziamento del restauro. Un gesto che ridona vita e spessore ad un simulacro importante per la comunità monrealese in termini di riconoscibilità e localizzazione, e che vuole essere un segno di civiltà e di sostegno per il nostro patrimonio storico-artistico. Date le difficili condizioni di degrado in cui l’opera è pervenuta, il restauro conservativo, condotto dal dottor Loris Panzavecchia, sotto l’alta sorveglianza della Soprintendenza ai Beni Culturali di Palermo, ha come obiettivo primario quello di salvaguardare l’originalità del dipinto (nel pieno rispetto dei materiali, della tecnica artistica e della sua storia) e quello di restituire un’immagine che sia in grado di trasmettere quei valori spirituali e religiosi che l’hanno concepita.

Panzavecchia è si è formato presso l’Università degli Studi di Palermo, laureato con il massimo dei voti in Conservazione e Restauro dei beni culturali, ed ha anche conseguito l’abilitazione alla professione di restauratore. Da due anni gestisce un laboratorio specializzato nel restauro di opere pittoriche, manufatti lignei e polimaterici. Ha recentemente eseguito il restauro di una importante tavola della fine del XVI secolo raffigurante la Madonna del Rosario con santi francescani e domenicani della chiesa di Maria Santissima del Rosario di Borgo Parrini (frazione di Partinico), e di quattro tele seicentesche della Chiesa madre di Partinico.

Il restauratore conta di lavorare al complesso restauro ancora per parecchi mesi poiché le condizioni della materia pittorica sono molto compromesse e richiedono un accurato intervento. La leggibilità dell’opera, ad oggi, è particolarmente alterata, a causa di lacune del tessuto pittorico che per l’alterazione di materiali di intervento (consolidanti, colori, vernici, ecc.), i quali ossidandosi e scurendosi, hanno occultato le parti originali. Si intravedono appena i volti, gli incarnati e pochi altri elementi, come gli angeli e le cortine, per i colori molto chiari.

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Un commento a “Monreale, due privati finanziano il restauro della Madonna dell’arco degli angeli”

  1. Rosario Prestianni ha detto:

    L’opera è stata finanziata da parte del panifico antiche tradizioni di Monreale dei fratelli mammina via Randazzo 16!

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