Venerdì 2 dicembre, a partire dalle ore 18, alla Feltrinelli di Palermo si terrà la presentazione del nuovo libro di Ismaele La Vardera, “Il mio nome è Zoccola. Per la camorra sono un figlio di puttana”. Assieme all’autore interverranno il vice sindaco di Mondragone, Benedetto Zoccola e il cantautore Marco Ligabue.
Sin dagli anni del liceo Ismaele inizia a coltivare la passione per il giornalismo di cui oggi ha fatto un mestiere. Dopo le prime collaborazioni con Canale 8 e il Giornale di Sicilia, nel 2013 entra a far parte della redazione di Telejato. Particolarmente sensibile alle tematiche della legalità, organizza diversi convegni e dibattiti contro la mafia tanto che nel 2012, riceve a Palazzo Montecitorio un attestato di riconoscimento a firma dell’allora Presidente della Camera, Gianfranco Fini. Nel 2014 la sua inchiesta sulle irregolarità delle elezioni europee nei seggi di Villabate viene ripresa anche dalla trasmissione “Le Iene”, con la quale inizia una collaborazione. Nello stesso anno pubblica il libro Le piccole cose fanno la differenza (Navarra Editore). Nel gennaio 2015 riceve la menzione speciale al “Premio giornalistico Giuseppe Fava”. Nel 2015 a Montecitorio presenta il progetto nazionale “Il silenzio è dolo”, un brano denuncia contro tutte le mafie, realizzato dal cantautore Marco Ligabue, con la collaborazione di Othelloman e Lello Analfino. Nello stesso anno, diventa uno degli inviati di “OpenSpace” il programma di Italia Uno condotto da Nadia Toffa.
“Il silenzio è dolo” è un progetto del giovane giornalista di Villabate in prima linea contro la lotta alle mafie. Un’iniziativa che vuole puntare i riflettori su storie di vita vere, normali nella loro assurda drammaticità, di chi la mafia la combatte ogni giorno, rischiando la propria vita e l’incolumità della famiglia. Benedetto Zoccola è tra questi.
Attuale vicesindaco di Mondragone, in Campania, è cresciuto in un ambiente dove la camorra era radicata. Giovanissimo decide di sfidarla, sferrando un attacco al boss che imponeva il suo controllo sulle costruzioni edili e permettendo la sua cattura. Divenuto consigliere, persegue i suoi ideali di giustizia, indagando sugli appalti assegnati, sui favoritismi e sulle infiltrazioni della camorra nell’amministrazione comunale.
Il suo impegno ha generato una costante persecuzione da parte della malavita. Benedetto l’affronta grazie all’affetto dei suoi cari, alla dedizione degli uomini della scorta e al sostegno dei cittadini di Mondragone. Eppure esistono ancora molte zone d’ombra, tanti aspetti di questa vicenda che fanno sorgere interrogativi. Benedetto però nel futuro ci crede e dei suoi sogni parla con il sorriso sulle labbra.