Quattro anni e sei mesi e quattro anni. Sono queste le richieste del Pm Gaspare Spedale per l’assessore Sandro Russo e il consigliere Aurelia Di Benedetto. I due sono accusati di peculato, per una vicenda che però risale al 2007 che, secondo l’accusa vedi i due coinvolti in assunzioni camuffate da tirocini formativi all’ospedale Villa Sofia di Palermo con la loro cooperativa Sintesi, di cui sono presidente (Russo) e vice presidente (Di Benedetto).

In pratica, secondo l’accusa, la cooperativa avrebbe gestito quasi due milioni di euro, dopo la firma di un protocollo d’intesa, per organizzare tirocini di formazione per la pulizia e la sanificazione. I corsi duravano sei mesi ed erano destinati a 150 disoccupati tra il 2006 ed il 2007. A firmare il protocollo, Giuseppe Intravaia e gli ex vertici di Villa Sofia: Antonino Bruno (nel frattempo deceduto), il direttore sanitario Salvatore Requirez ed il direttore amministrativo, Carlo Sitzia.

Il Pm ha anche chiesto la confisca di questi due milioni di euro. A novembre riprenderà il processo che già nel 2013, anche se per reati diversi, aveva visto sia Russo che la Di Benedetto, “assolti perché il fatto non sussiste”.

Per dovere di cronaca è giusto sottolineare che l’assessore Sandro Russo non era più presidente della cooperativa Sintesi perché si era dimesso, prima della contestazione del reato. Da presidente ha solo firmato la convenzione: dal periodo della firma fino all’inizio dei tirocini che si sono svolti all’interno di Villa Sofia, Russo non aveva più nessun ruolo.

L’avvocato che sta difendendo Sandro Russo e Aurelia Di Benedetto è il sindaco di Monreale Piero Capizzi.