Sono 38 i fermi eseguiti dalla polizia in diverse città italiane ed emessi dalla Procura Distrettuale di Palermo – Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di altrettanti indagati, ritenuti responsabili, a vario titolo, dei reati di “associazione per delinquere finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, all’esercizio abusivo dell’attività di intermediazione finanziaria, nonché di associazione per delinquere finalizzata al traffico internazionale di stupefacenti, tutti aggravati dal carattere transnazionale”.
Le indagini sono state coordinate dal Procuratore Francesco Lo Voi, a firma del Procuratore Aggiunto Maurizio Scalia e dei Sostituti Calogero Ferrara, Claudio Camilleri e Annamaria Picozzi.
Nel corso delle indagini avviate nel maggio 2015 e supportate da attività tecniche, svolte dalle Squadre Mobili di Palermo ed Agrigento e dal Servizio Centrale Operativo, è stata ricostruita la struttura organizzativa di un pericoloso network criminale e sono stati individuati ingenti flussi di denaro, provento del traffico di migranti; la centrale delle transazioni finanziarie effettuate tramite “hawala”, è stata individuata in un esercizio commerciale a Roma, dove, lo scorso 13 giugno, sono stati sequestrati 526 mila euro e 25 mila dollari in contanti, oltre ad un libro mastro, riportante nominativi di cittadini stranieri ed utenze di riferimento.
L’organizzazione era composta da 25 eritrei, 12 etiopi e un italiano, che ha favorito, traendone ingenti profitti economici, l’immigrazione illegale di migliaia di migranti. Le indagini hanno permesso di evidenziare diverse modalità utilizzate dall’organizzazione per far arrivare i migranti sul territorio nazionale, non solo via mare, ma anche tramite falsi ricongiungimenti familiari. E’ emerso, che i principali indagati gestivano anche una fiorente attività di traffico internazionale di stupefacente del tipo catha o qat, droga importata dall’Etiopia, inserita per la legislazione italiana tra le droghe pesanti.
Gli agenti sono entrati in azione a Palermo, Roma, Viterbo, Agrigento, Catania, Trapani, Milano, Lecco, Macerata e Genova. L’operazione è stata denominata “Glauco 3”. Itili per le indagini sono state le dichiarazioni rese da un collaboratore di giustizia eritreo arrestato nel 2014 il quale, per la prima volta in Italia, ha fornito una completa ricostruzione delle attività criminali.