E’ sceso in piazza a sostegno dei lavoratori precari del suo comune anche il sindaco Piero Capizzi. I lavoratori sono contrari alla proposta di stabilizzazione avanzata dal governo regionale che ha proposto un piano per assumerli a tempo indeterminato, che prevede però il trasferimento dei dipendenti alla Resais.
La notizia data dal governatore Rosario Crocetta non è affatto piaciuta ai contrattisti da mesi senza stipendio, a sindaci e sindacati, che hanno deciso di potare avanti la proposta e di non annullare la manifestazione che si è svolta regolarmente.
“Noi vogliano una stabilizzazione del personale precario attraverso un intervento legislativo concreto e veloce – ha detto il segretario generale della Uil Fpl Sicilia, Enzo Tango – La Resais è una scatola vuota, il cui funzionamento non è stato mai stato chiarito ai sindacati da nessuno governo né regionale né nazionale. Non ci hanno spiegato le modalità di reclutamento del personale precario, né come verrà poi reinserito all’interno dell’amministrazione pubblica. La Resais è aria fritta per noi che vogliano risposte concrete”.
“Il Governo nazionale e quello regionale – ha dichiarato il sindaco Piero Capizzi – deve metterci nelle condizioni di potere garantire maggiori risorse finanziarie per risolvere definitivamente il problema e stabilizzare i lavoratori precari, che sono indispensabili per potere mandare avanti l’attività amministrativa dove una buona parte di dipendenti è costituita da contrattisti che da anni attendono una sistemazione definitiva. Non ha alcun senso parlare di agenzia, l’unico percorso ormai è la stabilizzazione”.
“La straordinaria partecipazione di centinaia di sindaci – dice il sindaco di Palermo e presidente dell’Anci in Sicilia, Leoluca Orlando – conferma che siamo qui a garanzia della continuità dei servizi dei comuni, perché senza i precari la gran parte dei comuni chiude. Questa manifestazione, è un modo per dire no ai tagli scellerati del governo nazionale e regionale al dramma continuo delle amministrazioni locali. Il governo regionale e nazionale la finiscano di litigare perché mentre loro litigano i comuni muoiono”.
In corteo con i lavoratori c’erano oltre 300 sindaci dei comuni siciliani.