“Una marina di libri”, tanti gli scrittori emergenti, tra di loro anche un monrealese

Ci piace sottolineare ancora una volta che “Una Marina di Libri” (ne parliamo qui) sia diventato un evento dai larghi consensi. Evidentemente la lettura è ancora una attività divertente e originale, perché viaggiare attraverso i libri è sempre stato un potente mezzo in grado di stuzzicare e trascinare la mente, e vogliamo portare alla vostra attenzione il caso di una bella realtà editoriale palermitana che negli ultimi anni cresce esponenzialmente con quasi cento titoli singolari, innovativi e ricercati.

Si distingue per la ventata di nuova aria, aria fresca: è questa la funzione architettonica che le Torri del Vento rivestivano nell’antica Persia, in un tempo in cui non vi era elettricità e lo scambio dei flussi di energia avveniva con processi del tutto naturali, ed è questo il nome della giovane casa palermitana: le Torri del Vento.

Tra i vari titoli pubblicati notiamo una pubblicazione a quattro mani con Henri Bresc e Laura Sciascia con “L’ombra del Grande Federico” un ritratto di Riccardo da Lentini e il libro appena dato in stampa dell’architetto Gianluca Burgio professore alla Università di Enna Kore, e originario di Monreale, con un titolo dedicato alle Porte, proprio nell’anno del Giubileo di Papa Francesco.

Le questioni sollevate questo scritto trovano origine nell’ambito disciplinare dell’architettura, ma chiamano in causa molti saperi, i quali concorrono tutti verso una rappresentazione culturale e religiosa del tema della porta. Pensate al significato che è possibile dare ad una porta di calcio, uno sport metafora di cose antiche e meravigliose, ma questa è una porta che stranamente ha un solo verso. Al contrario le porte di una architettura sono bifronti, sono il limite tra il fuori e il dentro e a partire dai significati di dantesca memoria si aprono a mille interpretazioni semantiche.

“Porte” è un testo che indaga i significati di un tema antico e attuale come quello della porta, da sempre trascurato e solo in apparenza minore importanza; Gianluca Burgio lo sottrae alla riduzione e alla volgarità delle trattazioni che rimangono pratiche o costruttive, per conferirgli una nuova dignità; perché lo considera nella carica simbolica che ha avuto nel passato e che conserva nel presente, ma senza considerare in chiave direttamente simbolica le alternative dell’architettura. Oggi i fondamenti mitici ci sfuggono e spesso non li comprendiamo nell’inflazione dei gesti. Ma è questa l’architettura: un mondo che si è a sua volta reso istituzione; ricco di un proprio patrimonio storico, ma anche convenzionale, di figure e di segni.

In definitiva secondo il professor Burgio attraverso la lettura di un semplice elemento come una “porta” abbiamo una narrazione capace di una continuità che comprende e trasmette nel racconto del disegno le differenze, le ricerche, le alternative, i contrasti del mestiere di architetto.

Share
Published by