Pino Maniaci è indagato. Il giornalista e direttore di TeleJato, l’emittente televisiva di Partinico, avrebbe chiesto conributi e favori per non “colpire” con la tv che dirige, due amministratori locali. L’ipotesi di reato è quella di estorsione. Maniaci, sarebbe stato più volte ascoltato e intercettato dai carabinieri – come riporta La Repubblica Palermo – che avrebbero registrato le richieste a Salvatore Lo Biundo e Gioacchino De Luca, sindaci rispettivamente di Partinico e Borgetto, che al cospetto dei carabinieri, avrebbero anche fatto delle ammissioni.
“La vendetta della Procura è arrivata. – si difende il giornalista – non mi è arrivato alcun avviso di garanzia e sono certo che tutto ciò non porterà ad alcun rinvio a giudizio. Ma intanto mi hanno infangato”.
Secondo gli investigatori avrebbe ottenuto dei finanziamenti sotto forma di pubblicità dai due primi cittadini. Maniaci, a Partinico e nei comuni limitrofi, è ritenuto un giornalista scomodo. E lo sanno anche l’ex presidente della sezione Misure di prevenzione del tribunale di Palermo Silvana Saguto, l’amministratore giudiziario Gaetano Cappellano Seminara e altri tre magistrati, indagati a Palermo per vari reati legati alla gestione dei beni confiscati e costretti alle dimissioni. Proprio per alcuni dei suoi servizi qualcuno gliel’avrebbe fatta pagare in passato, scagliandosi anche contro i suoi cani e impiccandoli. Per gli investigatori non si tratterebbe di una intimidazione mafiosa, bensì di una vendetta per una vicenda privata.
E’ proprio alla vicenda delle Misure di prevenzione che Maniaci ricollega questa ipotesi di reato. “Sapevamo di questa inchiesta, nata prima dello scandalo Saguto e che parte da alcune intercettazioni ben precise. Una – spiega Maniaci a PalermoToday – è quella fra l’ex prefetto di Palermo Silvana Cannizzo e la stessa Saguto, che a domanda rispose: ‘Ha le ore contate’. Penso possa entrarci anche la denuncia per stalking di Cappellano Seminara, che aveva l’obiettivo di farmi mettere sotto controllo il telefono. Il piano era ed è quello di bloccarmi per impedirmi di fare il mio lavoro. Chiederemo con il mio avvocato di essere sentiti, perché siamo sicuri che quello che dicono i magistrati sulle ammissioni è totalmente falso. Qualcuno non vuole che nostra inchiesta su incarichi Ctu e sezione Fallimentare continui. Ma noi andiamo avanti”.