Non molto tempo fa Cittadinanzattiva, organizzazione di consumatori italiani indipendente tracciava un quadro delle scuole italiana sconfortante nonostante gli sforzi del governo Renzi. Una scuola su sette ha lesioni strutturali evidenti, presenti soprattutto sulle facciate. Muffe, infiltrazioni, aule con intonaci staccati sono la norma nel 20% degli edifici. Il 39% di questi non riesce a mettere in atto alcun piano di manutenzione adeguato.
Secondo le stime 1 classe su 5 ha più di 25 alunni e quindi non rispetta la normativa antincendio relativa al sovraffollamento nelle aule. Quasi il 30% delle scuole inoltre non è dotato di rampe per l’ingresso degli studenti disabili ma ha ancora solo i gradini. Non c’è l’ascensore nel 35% degli edifici scolastici. Nel 23% dei casi non è presente il bagno per disabili, il 44% delle aule non ha banchi adattabili ad una carrozzina, il 57% non ha attrezzature didattiche o tecnologiche per permettere una partecipazione valida di tutti gli studenti con disabilità alle lezioni. Gli studenti disabili in Italia sono 207.244.
Non è dunque sbagliato credere che la qualità degli ambienti scolastici condizioni anche la qualità della formazione impartita e il disagio non aiuta a creare il clima e il comfort adatto per le attività praticate in questi edifici. Potremmo pensare che le scuole siano pertanto il luogo di lavoro per studenti, insegnanti e collaboratori scolastici e pertanto dovrebbero essere sottoposti a una sistematica e dovuta manutenzione. Non sbaglia allora il consigliere Rosanna Giannetto quando in una interrogazione all’assessore alla pubblica istruzione Nadia Granà chiede del perché continuino “i disagi per i piccoli alunni della scuola primaria di Pioppo ed anche per i loro genitori che ancora oggi aspettano la consegna delle aule del primo piano, nonostante i continui solleciti al comune della dirigente”.
Gli edifici scolastici del nostro comune sembrano raggruppare tutti i difetti evidenziati dal rapporto sulle scuole di Cittadinanzattiva. In più nonostante i lavori di ammodernamento o addirittura di nuova realizzazione, sembra che spesso questi facciano acqua da tutte le parti ed è il caso della media di Pioppo sempre strenuamente difesa da Patrizia Roccamatisi. Incalzata dalle nostre domande la Dirigente ha effettivamente narrato di una condizione molto avversa in cui le acque meteoriche entrano in palestra rovinando definitivamente un nuovissimo parquet sportivo.
Al tempo stesso ci conferma che effettivamente gli uffici tecnici del Comune si stanno attivando per recepire i certificati al fine di rendere agibile gli edifici della Scuola elementare, ma a nostro avviso è difficile fare una stima precisa del giorno in cui i bambini potranno occupare le aule a disposizione e, facendo due conti, almeno una classe rimarrà comunque fuori dal plesso. Ci domandiamo perché nel quotidiano i dirigenti scolastici debbano letteralmente inventarsi le soluzioni per sostituire un miscelatore o per riparare gli alunni dai distacchi di intonaci dei soffitti. Manca del tutto un piano programmatico di interventi con una check list di controlli e relativi interventi manutentivi, ma sembra di chiedere troppo quando invece dovrebbe essere normale prassi il costruire a regola d’arte e il custodire come fa ogni buon padre di famiglia nella propria casa. In tutta questa situazione, ingarbugliata, a tratti pirandelliana leggiamo l’impegno, la dedizione e la caparbietà di molti attori come della dirigente Roccamatisi o del consigliere Giannetto, ma trascorrendo un pò di tempo con i genitori e i bambini di Pioppo ci rendiamo conto della delusione e di una rabbia mista a rassegnazione.
In primo luogo quando si pensa sempre troppo tardi ai disagi, e perché – ci dice qualche mamma – non c’è mai nessuno dell’Amministrazione pronto a dire con chiarezza quanto sarà difficile o lunga l’attesa. Il mistero, il silenzio, le assenze sono di certo peggio di una dura verità che nessuno dei rappresentanti politici sa ben tratteggiare. Nel senso politico della vicenda ci sembra corretto l’intervento di Rosanna Giannetto volto a rivolgere l’attenzione sulle problematiche della scuola perché le procedure non abbiano intoppi o lentezze ulteriori, e di certo dovrebbe trovare una risposta formale nelle sedi istituzionali, ma temiamo che ragazzi e genitori non potranno che aspettare l’avvento della primavera per vivere tranquillamente dentro la D’Acquisto.
Ci auspichiamo invece che i veri responsabili mettano la faccia in merito alla questione rispondendo soprattutto alla gente per strada che ha necessità di capire perché (e lo ribadiamo) tacendo non si fa chiarezza e si lascia spazio a mille interpretazioni e fraintendimenti. Vorremmo leggere nei fatti e nelle cifre di bilancio quanto si sta progettando per misurare il rendimento e l’efficacia di strategie che non dubitiamo siano in essere. C’è da dire, però, che la Granà, a differenza di molti altri, l’impegno ce lo sta mettendo. E per fortuna qualche risultato sta arrivando.